Continua il polverone sullo sfruttamento dei lavoratori cinesi impiegati per la produzione dei prodotti Apple.

Faccio un breve riassunto: un articolo apparso su “Mail on Sunday” aveva svelato le precarie condizioni di vita dei lavoratori cinesi impiegati nella “città dell’iPod”, gli stabilimenti della società Foxconn che si occupa della produzione materiale dei prodotti Apple. Dopo lo “scandalo”, Apple aveva cofermato l’invio di una commissione per ispezionare le fabbriche cinesi e rilevare i presunti abusi. Foxconn, dal suo canto, dietro la minaccia dello spostamento della produzione a Taiwan, nel caso si confermasse la violazione del contratto di fornitura che prevede espressamente la tutela dei lavoratori e dell’ambiente, aveva rigettato tutte le accuse siglandole come false.

Ora ci sono delle novità. Il giornale cinese China CSR ha pubblicato una confessione della Foxconn dove è ammesso lo sfruttamento dei lavoratori. Probabilmente prima che gli investigatori della Mela ne scoprissero di cotte e di crude, la società cinese ha ammesso di aver fatto lavorare la mano d’opera per 80 ore di straordinario settimanale anzichè le 36 ore massime ammesse dalla legge cinese.

Non abbiamo ancora notizie di ritorsioni da parte di Apple per punire gli sfruttatori, appena ci giungeranno le riporteremo.

Leave a comment

Cosa ne pensi?