In App subscriptions

C’è dissapore nell’aria. Dopo il lancio del The Daily di ieri, Apple ha fatto sapere che il sistema In-App subscriptions sarà obbligatorio per tutti gli editori che intendono vendere i loro giornali o rivisite attraverso l’App Store. Entro il 31 marzo, infatti, le applicazioni che non adotteranno il nuovo sistema saranno cancellate.

Intanto dall’Europa crescono i dissapori. Grzegorz Piechota, presidente della International Newsmedia Marketing Association che unisce 5.000 editori in 80 Paesi, ha fatto sapere Apple si sta comportando come Microsoft. Prima ha sedotto gli editori con la storia del digitale e ora presenta il conto. In più gli editori attualmente non hanno ricevuto informazioni dettagliate sull’uso e la gestione del nuovo sistema, tant’è che non si ha idea se sarà adottato il sistema 70/30 come per l’App Store. Inoltre Apple non avrebbe consultato tutti gli editori per raccogliere le preferenze su In-App subscriptions.

Personalmente credo che se gli editori pensavano che Apple si sarebbe accontentata di un Grazie in cambio dell’enorme visibilità dell’App Store, possono considerarsi degli ingenui. L’obiettivo di ogni società, così come l’obiettivo di ogni editore, è generare utili. La soluzione è trovare un sistema che faccia contenti tutti: Apple, editori e utenti. In vista della vendita di oltre 100 milioni di iPad entro il 2015, direi che avere un sistema che funzioni, a prezzi accessibili come dimostra anche The Daily, sia la soluzione.

[via WSJ e paidcontent]

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10 Comments

  1. Molto più semplicemente, quegli editori si erano auto convinti che i profitti, tutti i profitti, sarebbero andati a loro e la Apple si sarebbe accontentata della gloria….

  2. Io non ho capito cosa siano queste app subscription….certo e’ che ho sentito poco fa da Matteo Curti in djci,che il Daily,costa 40dollari all’anno, e 99 cents a settimana,incredibile quanto ci vogliono guadagnare i nostri editori,che tra l’altro il Daily e’ solo per il digitale,quindi i nostri cari editori,guadagnano già sul cartaceo,ma ovviamente non si accontentano e vogliono guadagnare e anche bene dal digitale.Complimenti.

  3. @Franco101
    vedi che il mondo dell’editoria da 20 anni vive della pubblicità. Cosa pensavi che su una rivista di 200 pagine con carta patinata super vellutata venduta a 4€ ci fosse del guadagno ?

    Comunque questa è la stessa storia vissuta con la musica, me lo ricordo solo io la guerra con i discografici, il formato mp3, il negzio online, le percentuali…..

    Anche il mercato discografico era in crisi, poi hanno cambiato business.
    Succederà anche con l’editoria che per inteso in ITALIA la paghiamo noi con SOVVENZIONI STATALI enormi ogni anno.

  4. @kikkokilo
    Che la carta costi ne so qualcosa,visto che lavoro in questo settore,e so la crisi che c’e in questo periodo,quello che non capisco,e’ come si possa continuare a spremere noi,chiedendo a volte prezzi ingiustificati.

  5. @kikkokilo
    per quanto ne so le sovvenzioni statali all’editoria non riguardano tutte le testate, ma solo alcune, se sbaglio, puoi dare un link che provi la tua affermazione? Magari anche con gli importi, così da poter vedere se questi contributi sono “enormi” come dici?

    C’è poi da notare che cinema, televisione ed opera usufruiscono pure di contributi, eppure non sono gratis. Pure nuove imprese e alcune industrie hanno sovvenzioni eppure paghiamo i loro prodotti o servizi.

    1. No e’ giusto che a guadagnare sia l’azienda che ha prodotto il servizio,pero’ e’ altrettanto giusto che anche in piccola parte ci sia la percentuale per Apple,nelle giuste proporzioni,ovvio.

  6. @il professore
    http://www.governo.it/DIE/dossier/contributi_editoria_index.html
    http://www.beppegrillo.it/2010/11/la_vergogna_dei_contributi_alleditoria/
    http://www.stampalternativa.it/wordpress/2007/10/17/la-casta-dei-giornali-i-contributi-alla-stampa/

    Google è grande, usalo.

    Le sovvenzioni allì’editoria sono uno dei maggiori SCANDALI italiani e poi che te lo devo dire io che i giornali da 15 anni per vendere ti piazzano il cd di Battisti, il libro di Pirandello, il telo da spiaggia…. e poi quando apri una rivista la percentuale di pubblicità è ABNORME
    Un esempio su tutti sono le riviste di viaggi e tecnologia, dove ogni articolo e ripeto OGNI, è un catalogo pubblicitario dove per far uscire in neretto il tuo nome PAGHI.
    Come “Jack” una rivista che è SOLO un catalogo pubblicitario e si guadagna una barca di soldi e costa un niente.
    Ho fatto anche io una volta una rivista e ti dico che il prezzo di vendita è davvero l’ultima fonte di sostentamento.

    Di riviste serie e quindi LEGGIBILI ce ne sono al massimo 10, il resto è spazzatura, anche se fosse regalata.

    Apple offre un servizio, gli editori posso tranquillamente farne a meno e continuare come credono, ma come gia detto è storia già trita e ritrita con gli mp3, alla fine il nuovo business è quello.

    Ma poi a noi che ce frega?
    Ciao professò, con simpatia…. io sono dei tempi di GEPPO e TRAMOLLA chi se li ricorda più :-))))
    Pensiamo alla vecchiaia che è meglio……

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