I contenuti multimediali richiedono molto lavoro per essere creati. Dei video fino ai libri, passando per gli articoli, tutto ciò che leggete on-line ha richiesto il lavoro di qualcuno. Lavoro che molto spesso viene sovvenzionato mediante le pubblicità. Ma così come esiste la pirateria all’interno dei negozi virtuali di applicazioni, film, canzoni e libri, così esiste la pirateria per gli articoli.
Alcuni plugin installabili nel browser, infatti, disabilitano le pubblicità rendendo difficile la remunerazione dei contenuti. Anche se questa sorta di attività poco corretta potrebbe essere ispirata da principi di libertà della rete, tutto questo non fa altro che ridurre la produzione dei contenuti o ridurne quanto meno la qualità.
L’ultima tendenza nel mondo del blog e siti sembra l’abbandono graduale del circuito pubblicitario per offrire contenuti a prezzi accessibili. Basti pensare che il New York Times si regge, ormai, sulla vendita di articoli pubblicati on-line. Questa testata, infatti, regala un tot di articoli al mese da leggere gratuitamente per poi applicare una tariffa mensile per pochi dollari.
Con un sistema misto di contenuti a pagamento e circuiti pubblicitari ridotti, i blog sarebbero graficamente più gradevoli e più veloci da caricare. Il circuito di remunerazione del New York Times ha richiesto un investimento di 25 milioni di dollari. Un investimento non alla portata di tutti.
Se avete un piccolo blog o sito, esiste il sistema Tinypass che permette di remunerare i singoli articoli mediante un plugin da installare nel blog. L’utente può scegliere di applicare una tariffa mensile per la lettura degli articoli, applicarla solo dopo un tot di letture o un tot di ore, oppure semplicemente applicare una tariffa al singolo articolo che vada da due centesimi a salire.
La società tratterrà una percentuale che va dal 2% fino al 10% in base al fatturato mensile. Se si superano $ 500, per esempio, sarà applicata una tariffa del 2% sui ricavi. L’utente può pagare velocemente con Paypal oppure con carta di credito. Nel caso di abbonamenti temporizzati bisognerà iscriversi a Tinypass per usufruire del servizio.
Il sistema è sicuramente interessante potrebbe dare linfa vitale nella costruzione di contenuti multimediali, come tutorial, video e molto altro. Voi cosa ne pensate in tal proposito? Sareste disposti a pagare una piccola cifra per un contenuto multimediale interessante?
Kiro, davvero, dovresi studiarti un po’ cosa significa la parola “Pirateria” perché sembra tanto che per te sia sinonimo di rubare, cosa che non è. Il discorso è complesso e controverso e si basa su concetti che tu dai per scontati, come il fatto che chi crea un prodotto debba farci dei soldi. Tu lo credi un fondamento radicale della società, ma non è così. Esistono visioni differenti e c’è gente, anche importante, che vive grandiosamente seguendo altre filosofie.
Perché te lo scrivo ? Perché sempre più spesso nomini la Pirateria a sproposito, dando prova che quello che sai su di essa l’hai imparato dagli spot al cinema (E’ come rubare un auto etc.)
Credo che come autore vali di più. Quelli si chiamano ladri e basta.
un altra cosa: No, non sarei minimamente disposto a pagare. L’informazione deve essere gratuita e per fortuna lo sarà sempre, perché per ogni blog a pagamento che viene abbandonato dagli utenti se ne apriranno altri gratuiti con informazioni migliori in quanto non vincolare alla remunerazione (Quindi libere, pubblicate quando serve e non per monetizzare e scritte con passione non per lavoro).
Beh puoi spiegarmi tu il significato di pirateria. Per i blog a pagamento non sono d’accordo, anche perché l’informazione a pagamento non riguarda mai tutto il blog. Ci sono notizie che si possono dare gratuitamente e altre che richiedono tempo e denaro. In quest’ultimo caso una piccola somma da pagare fa anche piacere perchè si promuove la qualità.
Io sì, pagherei per i contenuti, ma considerando che già oggi è per me una perdita di tempo la lettura di molti, molti articoli nei blog, tanto che dovrebbero pagarmi loro per leggerli 🙂 considerando cioè la qualità dei contenuti, sarei disposto a pagare solo dopo averlo letto, l’articolo 🙂 non prima.
Anche se si può pensare che dopo non lo farei, invece lo farei perchè così otterrei molto probabilmente altri contenuti utili e buoni in futuro, sostenendo chi produce i contenuti senza dividere quel guadagno con chi produce detersivi e mette la pubblicità sul blog.
Il fatto esposto da Karoso secondo il quale i contenuti gratuiti (non liberi come dice lui, ‘che i blog non offrono contenuti liberi!) sarebbero migliori perchè non rincorrerebbero il tornaconto… è evidente il contrario leggendo i blog, decine di post inutili per aumentare il numero di click e quindi di introiti pubblicitari.
Le informazioni potrebbero essere migliori ma anche del tutto irresponsabili perché non si può chiedere professionalità a chi ti regala qualcosa, se c’è grazie, se non c’è pazienza ma il mio tempo di lettura è andato sprecato.
Notizie pubblicate quando serve, è possibile ma anche quando il redattore ha tempo voglia ispirazione… e se quel giorno non ne ha la notizia si perde o arriva in ritardo e tutti i doni precedenti sono vanificati da una mancanza di affidabilità.
La retribuzione diretta dei redattori dei contenuti porterebbe ad una affidabilità e ad una cosa fondamentale e pressoché assente nei blog in generale: il linguaggio corretto e adatto al pubblico, di solito gli articoli sono adatti alla lettura di chi li scrive e non di chi li legge, mancano le spiegazioni di tutti i concetti usati e ci sono termini che impediscono la comprensione della sostanza.
Ci vorrà ancora un decennio perchè si accetti tutti di pagare per un servizio immateriale, con quel che costa una marmitta ti abboni a due anni su dieci blog 😀
Assolutamente no.
Se proprio si vuole essere ripagati si mette un pulsante per fare una donazione ma pagare per leggere un articolo è fuori discussione, almeno per me.
Il lavoro va pagato.!! QUesto pensio… la gloria per gli altri non esiste.