E pensare che questa volta DotCom le aveva pensate tutte: server in Nuova Zelanda dove non rompono con la pirateria, file criptati per non permettere l’accesso al contenuto e una serie di incroci di società off shore. Eppure lo Stato Italiano ha agito comunque.
Il Giudice per le indagini preliminari Costantino de Robbio, ha stabilito il blocco preventivo per 24 siti. Potrebbero essere utilizzati per la pirateria di film e documenti. Tra questi 24 c’è anche Mega di DotCom. Se navigate dall’Italia non potete più accedere a Mega e quindi i vostri file, che magari di pirata non hanno proprio nulla, non sono più accessibili.
Un danno grave alle aziende e ai privati che avevano trovato rifugio nei 50 GB di spazio gratuiti offerti da Mega, per archiviare documenti di lavoro, video personali o foto. Per accedere dovrete usare un software Proxy, tipo Hotspot Shield VPN, per fingervi all’estero. Oppure cambiare DNS usando, per esempio, quelli di OpenDNS.
Come sempre la solerzia italiana è sempre attiva per le questioni a volte futili, ma molto lenta per le emergenze. Recenti studi, infatti, hanno dimostrato che queste forme di blocco della pirateria non portano a risultati per i produttori.
Gli introiti per i produttori di contenuti arrivano quando ci sono sistemi user friendly e dal prezzo competitivo.
Kiro io riesco ad accedere come sempre da mac con safari
Impostate i DNS di Google (8.8.8.8 e 8.8.4.4) e avrete libero accesso.
Forse è per questo che non mi sono accorto del blocco 🙂
Probabile 🙂
Adopero OpenDNS da anni e non mi sono accorto di nulla
Aggirare questi blocchi è semplicissimo, il problema cioè è di principio. In Italia c’è una mentalità estremamente reazionaria su questi argomenti (basta pensare a Gino Paoli 154enne presidente della SIAE alle prese con l’equo compenso) senza contare che in Italia il primo TAR di paese sperduto puó causare la paralisi per eccesso di protagonismo di certi personaggi. Già oggi ne ridiamo di queste cose, un domani ne saremo inorriditi