Ci sono milioni di sviluppatori che hanno imparato a programmare in C++, hanno imparato l’uso di .Net di Microsoft e hanno sviluppato applicazioni per Windows. Non solo le classiche app, ma anche sistemi per le imprese e le industrie. Sviluppatori che hanno campato per decenni.
Sono persone che probabilmente vedranno l’arrivo di altri concorrenti. Microsoft, nel suo percorso di rinnovamento, dopo aver fatto sua la strategia alla Apple del “dispositivo+software creato in casa”, ha deciso di aprire .Net agli altri sistemi operativi.
Questo ambiente di sviluppo diventerà open source e consentirà agli utenti con OS X o Linux di sviluppare senza dover usare necessariamente un PC con Windows. È un po’ come se Apple fornisse Xcode per Windows e Linux, senza richiedere l’uso esclusivo di un Mac.
La notizia potrebbe far contente tante persone che vedono in Windows, soprattutto con il percorso di unificazione dell’OS tra mobile e desktop, una buona strada per creare un business.

Hanno scelto il momento giusto per invadere in casa la concorrenza. L’arrivo di Swift ha destabilizzato lo sviluppo su Mac.
Avere .net su Mac significa avere la possibilità di porting di applicazioni aziendali e questo non può che essere un bene, il male forse sarà perdere molta della coerenza che c’è attualmente, un po come quando si utilizzano app appoggiate ad X11.
Ma il vero salto lo si vedrà quando(/se) Microsoft porterà SQLServerExpress su altre piattaforme, c’è un abisso tra questo ed SQLite, senza di esso sarà difficile portare agevolmente molte applicazioni da Windows.
A dirla tutta hanno portato .Net anche su IOS e Android (a dire il vero grazie al lavoro che Xamarin ha fatto con Mono) e ora Visual Studio (sia il 2015 in beta sia la community ediction) è diventato uno degli ambienti più completi di sviluppo multipiattaforma. Sicuramente questo si tradurrà nell’uso preferenziale di servizi Microsoft al posto degli equivalenti “nativi” ma è comunque una piattaforma di sviluppo decisamente interessante.