iPod telefono

Come saprete in questi giorni la giustizia americana si sta occupando di un caso di possibile manipolazione del mercato. Protagonista è Apple accusata dall’Antitrust di aver posto dei paletti troppo alti tra il 2006 e il 2009 nel settore degli iPod.

Fa quasi sorridere il fatto che, ormai, il mercato degli iPod quasi non esiste più e quindi, in caso di condanna, si provvederà a rendere più fluido un settore ormai superato. Ma è interessante scoprire alcune dinamiche avvenute nel passato di Apple.

Al processo ha testimoniato anche Steve Jobs. L’ex CEO di Apple è stato ascoltato sotto forma di video, poiché ha registrato alcune informazioni inerenti i contratti con le case discografiche.

Al debutto di Apple nel settore, quando la scommessa per la musica digitale non era ancora stata posta, Steve Jobs accettò un patto con il diavolo pur di ottenere i cataloghi delle maggiori case discografiche. Quel patto prevedeva l’uso molto restrittivo dei DRM, i lucchetti digitali che un tempo bloccavano le canzoni.

Solo gli iPod erano in grado di leggere quei lucchetti. Limitazioni imposte dalle case discografiche per evitare il fenomeno della pirateria. Questo obbligava ad utilizzare la musica acquistata nell’iTunes Music Store (come si chiamava all’epoca), cancellando in automatico i brani con DRM diverso da quello di Apple.

L’esperienza utente era di certo molto bassa, ma fu un compromesso che Steve Jobs dovette accettare. Solo con gli anni, con l’aumento del potere di Apple nel settore musicale, la società riuscì a convincere i produttori ad eliminare i DRM.

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    E-mail: brunobrulain@yahoo.fr
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