Apple ha finalmente tolto l’embargo ai media americani per le recensioni dell’Apple Watch. L’orologio sarà ordinabile negli USA (e nei paesi del primo turno) dal 10 aprile. Quindi per quella data la società vuole essere sicura che i potenziali clienti abbiano le idee più chiare.
Personalmente non dò molto peso a queste recensioni. C’è tutto un sistema che vede protendere verso gli elementi positivi dei prodotti. Nessuno vuole inimicarsi Apple e rischiare di non essere invitati agli eventi o negarsi le interviste. Quindi è molto interessante saltare tutto il polpettone delle caratteristiche tecniche, che scrivono tutti, e concentrarci sulle perplessità.
Joshua Topolsky su Bloomberg rivela il male del secolo: le distrazioni. Avere le notifiche sempre disponibili sul polso distrae ancora di più dello smartphone. Si guarda il polso in continuazione, quasi ad impazzire. Si è bello e figo, dice Topolsky, ma non è essenziale al momento.
Scott Stein su CNET non le manda a dire:
La batteria dura un giorno e la ricarica è lenta. Molti modelli e configurazioni costano più di quanto dovrebbero. Richiede almeno un iPhone 5 e l’interfaccia è un po’ confusa. È lento nel comunicare con l’iPhone.
Il suo punteggio è di 7.8 su 10, non molto per un prodotto Apple. Sulla questione della lentezza si esprime anche Nilay Patel su The Verge. Dice che è lento nel comunicare con l’iPhone e se la lentezza diventa troppa si prende lo smartphone. Se si prende lo smartphone lo smartwatch a cosa serve?
Nella sua prova alle 19.00 si è trovato con il 10% della batteria. Tutti sembrano d’accordo su una cosa: al momento è il migliore smartwatch provato, ma non è rivoluzionario, non cambia la vita delle persone. Comprate la versione Sport, suggerisce The Verge, perché non è perfetto e vi verrà sicuramente voglia di cambiarlo tra qualche anno.