paradisi fiscali

Con lo scandalo dei Panama Papers, documentazioni sottratte allo studio legale Mossack Fonseca, c’è un gran parlare della scoperta dell’acqua calda. Molte aziende e privati hanno soldi all’estero, lontano dagli sguardi indiscreti. Soldi che probabilmente, ma non è detto, sono stati sottratti dalla lente del fisco.

Anche Apple ha nascosto soldi? Al momento non si hanno prove e la società ha sempre smentito. La ONG Oxfam, specializzata in aiuti umanitari, ha colto la palla al balzo di tutto il circo mediatico per porre sul piatto un tema abbastanza scottante. Il sunto è che le tasse non pagate nei rispettivi paesi creano disuguaglianze, perché sottraggono bene comune ai cittadini, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.

Un tema che in Europa conosciamo molto bene, considerando che alcuni paesi come Irlanda e Olanda consentono delle scappatoie.

Nel report di Oxfam si legge un elenco di tante società che possiedono fondi all’estero. Tra le 50 aziende in elenco c’è anche Apple. Avere fondi all’estero non significa evadere. Come sappiamo Apple possiede 180 dei suoi 216 miliardi in riserve all’estero, perché importarli significherebbe pagare il 35% sul denaro.

La società da tempo chiede al governo americano una legge per importare denaro a tassi molto più bassi. Nei documenti della ONG, però, si legge che Apple si appoggia anche a 3 società poste nei paradisi fiscali. Sarà veramente così? Bisognerebbe sentire la società per avere una conferma o una smentita.

Tra le altre società in elenco ci sono Alphabet, vale a dire il gruppo che controlla Google, AT&T, Coca-Cola, General Electric, HP, IBM, Intel, Microsoft e Oracle.

Join the Conversation

1 Comment

  1. TUTTI hanno soldi nei paradisi fiscali, uso il capse lock per non lasciare dubbi, proprio tutti nessuno escluso. Le aziende trovano tutti i cavilli possibili per “evadere” quante più tasse possibili senza violare alcuna legge nazionale o comunitaria, ma il Fisco dei vari paesi -in particolare modo in Italia- attua spesso strategie alla “colpirne uno (il più grosso mediaticamente) per educarne cento” intimidatorie e ricattatorie, che non lo pongono in nessun modo in posizione di maggiore moralità rispetto al privato, come in teoria dovrebbe essere a rigor di logica e legalità. Anzi questo è il terreno in cui il Fisco cerca di tenere al guinzaglio il privato potente e ricco come fa col ben più povero singolo suddito.

Leave a comment

Cosa ne pensi?