
Don’t be Evil, diceva un vecchio mantra di Google. Vale a dire rendi il mondo un posto migliore e non diventare cattivo. Ma a quanto pare un po’ i cattivi lo hanno fatto alla fine, come ha dichiarato l’Unione Europea.
La Commissione per la concorrenza, gestita da Margrethe Vestager, ha multato il gigante di Mountain View con ben 2,4 miliardi di euro per aver abusato della propria posizione dominante nel settore delle ricerche.
In pratica Google è accusata di mostrare nel box delle anteprime dei risultati di ricerca solo i siti paganti, penalizzando la concorrenza, come i motori aggregativi per lo shopping on line, la comparazione delle tariffe e l’organizzazione dei viaggi. Un sistema che, in realtà, è alla base del business di Google.
Dal suo canto la società ha cercato di giustificarsi dicendo che in realtà gli utenti fanno acquisti entrando direttamente nei siti, come Amazon o eBay.
La multa risulta essere la più alta in Europa. Google ha superato Intel che fu costretta, nel 2009, a pagare 1,06 miliardi di euro, pari al 3% del fatturato del 2008.
I controlli su Google iniziarono nel 2010 dopo la segnalazione di Foundem, un motore di ricerca per lo shopping on line. Ora l’azienda può fare ricorso alla Corte di giustizia europea e ha 90 giorni per porre fine ai limiti concorrenziali individuati. Pena un aumento dell’importo.
L’azienda è anche indagata per Android, dove è accusata di obbligare i produttori di smartphone di installare i servizi di Google in ogni dispositivo.
