
Dimenticate le classiche storie di redenzione sportiva, quelle con la musica trionfale e la vittoria all’ultimo secondo. Stick, la nuova serie di Apple TV+, inizia esattamente dove quelle storie di solito finiscono: con l’eroe caduto, solo e alle prese con i cocci della sua vita.
Con un Owen Wilson1 che sembra nato per interpretare questo ruolo, Stick esplora cosa significhi davvero avere una seconda possibilità quando la prima è stata sprecata in modo spettacolare.
Il viaggio di Stick verso lo schermo è stato lungo e complesso, quasi quanto il percorso di redenzione del suo protagonista. L’idea originale, concepita nel 2021 dallo sceneggiatore Jason Keller, era inizialmente più vicina a un dramma sportivo convenzionale.
Il progetto, però, faticava a decollare, arenandosi in quella che a Hollywood viene definita “development hell”. Le prime bozze della sceneggiatura non convincevano appieno la produzione, e le divergenze creative sembravano destinate a far naufragare l’intera operazione.
La svolta è arrivata con l’ingresso di due figure chiave: Bill Lawrence, già acclamato per il suo lavoro su successi come Ted Lasso e Shrinking, e lo stesso Owen Wilson, che ha creduto fortemente nel potenziale del personaggio. È stato Lawrence a suggerire di rimodellare il progetto, trasformandolo in una comedy dal tono più malinconico e introspettivo.
Questa nuova visione ha convinto Apple a dare il via libera definitivo, affidando la regia dei primi, cruciali episodi alla coppia di registi Jonathan Dayton e Valerie Faris. La loro sensibilità, già dimostrata in capolavori del cinema indie come Little Miss Sunshine, si è rivelata perfetta per catturare l’equilibrio delicato tra umorismo e pathos che definisce l’anima della serie.
Indice dei contenuti
Trama: Un Re in Esilio nel suo Regno di Erbacce
La trama della serie TV Stick è basata sulla storia di Pryce Cahill (Owen Wilson), un ex giocatore di golf professionista la cui carriera è naufragata prematuramente vent’anni fa. La sua vita è a un punto morto: dopo il fallimento del suo matrimonio, viene anche licenziato dal suo lavoro in un negozio di articoli sportivi in Indiana. Trovandosi con le spalle al muro, Pryce decide di puntare tutto quello che gli è rimasto su una nuova, rischiosa scommessa.
Il suo obiettivo diventa un problematico diciassettenne di nome Santi (interpretato da Peter Dager), un vero e proprio fenomeno del golf. Pryce vede nel talento del ragazzo la sua ultima, disperata occasione di riscatto.
Il nucleo della serie è la storia di una “famiglia di elezione” e delle dinamiche che si creano tra questi due personaggi, uniti da un obiettivo comune ma divisi da tutto il resto. Il conflitto principale si sviluppa attorno al tentativo di Pryce di guidare Santi verso il successo, combattendo allo stesso tempo i propri demoni e cercando di non rovinare anche questa opportunità.

Impressioni
Valutare Stick significa andare oltre la superficie della commedia. La serie è un’opera di rara intelligenza emotiva, un meccanismo a orologeria dove ogni elemento, dalla scrittura alla regia, contribuisce a creare un’atmosfera unica e avvolgente.
Il suo pregio più grande è quello di non cercare mai la risata facile. L’umorismo scaturisce dalle situazioni, dai dialoghi arguti e dalla rappresentazione realistica di personaggi pieni di difetti, ma proprio per questo incredibilmente umani. È una comicità che nasce dal dolore, dall’imbarazzo e dalla goffaggine dell’esistenza, risultando per questo molto più profonda e risonante.
La performance di Owen Wilson nella serie Stick è, senza mezzi termini, il cuore pulsante dell’intera operazione. L’attore texano sfrutta alla perfezione la sua maschera comica, quel suo modo di parlare strascicato e quell’aria da perenne sognatore, per dare vita a un personaggio complesso e stratificato.
Il suo Pryce Cahill non è semplicemente un uomo triste che fa battute. È un individuo in cui l’arroganza del campione convive con l’insicurezza del fallito, la genialità istintiva con un’auto-distruttività quasi infantile.
La qualità della scrittura è evidente in ogni scena. I dialoghi sono un piccolo capolavoro di realismo e arguzia, privi di frasi a effetto ma carichi di significato.
Anche la regia di Jonathan Dayton e Valerie Faris gioca un ruolo fondamentale: i loro lunghi piani, la fotografia che esalta i colori caldi e polverosi del Texas, e l’uso intelligente della profondità di campo creano un senso di intimità e di autenticità che cattura lo spettatore.
Curiosità dal Green e Dintorni
La produzione di Stick è ricca di aneddoti che ne sottolineano l’autenticità. Owen Wilson, texano DOC e golfista amatoriale, ha insistito per girare in location reali del suo stato, contribuendo a dare alla serie un sapore genuino e vissuto. Molti dei dialoghi più riusciti sono frutto di improvvisazione, una scelta voluta dai registi per rendere le interazioni più naturali e spontanee.
Un’altra curiosità riguarda la colonna sonora, una selezione ricercata di brani country e folk che funge da perfetto contrappunto emotivo alle vicende narrate. Infine, il soprannome “Stick” non è casuale: nel gergo del golf, “stick” indica un giocatore dal talento naturale, quasi istintivo, una definizione che si adatta perfettamente alla personalità del protagonista, tanto nel bene quanto nel male.

L’Accoglienza della Critica: Un Plauso Generale con Qualche Riserva
L’accoglienza critica per Stick è stata prevalentemente positiva, con molti elogi per la scrittura e l’interpretazione di Wilson. Tuttavia, non sono mancate le voci fuori dal coro, che hanno evidenziato alcuni limiti nella struttura narrativa.
Recensioni Positive:
- “Owen Wilson trova il ruolo della sua carriera in una serie che è molto più di una semplice commedia sportiva. Stick è un’opera malinconica e brillante sulla difficoltà di accettare i propri fallimenti.” – The Hollywood Reporter
- “Con una scrittura affilata e un cast in stato di grazia, Stick si impone come una delle migliori novità della stagione. Una serie che fa ridere e pensare in egual misura, senza mai essere predicatoria.” – IndieWire
- “L’ultima fatica di Bill Lawrence per Apple TV+ è un centro perfetto. Una storia di redenzione che evita ogni sentimentalismo, preferendo un umorismo agrodolce e una profonda onestà emotiva.” – Variety
Recensioni Negative:
- “Nonostante un Wilson carismatico, la serie soffre di un ritmo eccessivamente blando e di una certa ripetitività nelle situazioni. I personaggi secondari, inoltre, rimangono troppo spesso sullo sfondo.” – The Guardian
- “L’idea di partenza è affascinante, ma la sua esecuzione è troppo convenzionale. Stick non osa mai fino in fondo, rimanendo in un limbo confortevole ma privo di veri sussulti.” – Slant Magazine
- “La serie si appoggia eccessivamente sulla formula già collaudata di ‘Ted Lasso’, senza però riuscire a replicarne la magia e l’ottimismo contagioso. Un’occasione parzialmente mancata.” – RogerEbert.com
La Promessa di una Seconda Stagione: Nuove Sfide all’Orizzonte
Se la prima stagione di Stick pone le fondamenta del rapporto tra Pryce Cahill e il giovane prodigio Santi, una seconda stagione avrebbe il terreno fertile per esplorarne le inevitabili complicazioni. Il tema centrale diventerebbe la gestione del successo, una prova spesso più difficile di quella della sconfitta.
Come reagirebbe questa “famiglia di elezione” alla pressione dei tornei, degli sponsor e dei media? Il legame tra mentore e allievo, forgiato nella disperazione, potrebbe incrinarsi sotto il peso delle aspettative.
Una seconda stagione potrebbe approfondire il conflitto interiore di Pryce. Vedere Santi raggiungere le vette che a lui furono negate sarebbe la sua più grande vittoria, ma anche il suo tormento più grande.
Il cuore narrativo si sposterebbe quindi sull’evoluzione della loro dinamica: Santi, diventando un atleta affermato, potrebbe iniziare a desiderare la propria indipendenza, mettendo in discussione i metodi di un mentore tanto geniale quanto instabile.
Questo creerebbe un conflitto avvincente e realistico, trasformando la promessa di redenzione in una complessa lotta per mantenere un equilibrio, sia sul green che nella vita.

FAQ – Domande Frequenti su Stick
1. Serve essere appassionati di golf per apprezzare la serie?
Assolutamente no. Il golf è più un pretesto narrativo che il centro della storia. La serie si concentra sulle relazioni umane e sulle dinamiche personali, rendendola godibile per chiunque. Il linguaggio tecnico è ridotto al minimo e sempre spiegato implicitamente dal contesto.
2. La performance di Owen Wilson è simile ai suoi ruoli comici più famosi?
In parte sì, ma con una maggiore profondità. Wilson porta il suo tipico umorismo surreale, ma lo arricchisce con una vulnerabilità e una malinconia che rendono il personaggio molto più complesso e tridimensionale. È una delle sue interpretazioni più mature e sfaccettate.
3. La serie è adatta a tutta la famiglia?
Stick è una commedia adulta. Sebbene non contenga scene eccessivamente esplicite, tratta temi maturi come la dipendenza, la depressione e il fallimento, e utilizza un linguaggio che potrebbe non essere adatto a un pubblico di giovanissimi. Si consiglia una visione a un pubblico consapevole.
4. Ci sono somiglianze con Ted Lasso?
Sì, entrambe le serie sono prodotte da Bill Lawrence per Apple TV+ e condividono un tono di base ottimistico e un focus sui personaggi. Tuttavia, Stick ha un’atmosfera più malinconica e un umorismo più secco e meno solare rispetto a Ted Lasso.
5. La storia è basata su un libro o su eventi reali?
No, la storia di Stick è completamente originale, scritta appositamente per la televisione da Jason Keller e sviluppata successivamente con il contributo di Bill Lawrence e Owen Wilson.
- Owen Wilson: attore, sceneggiatore e produttore statunitense, noto al grande pubblico per le sue interpretazioni in film come Zoolander (nel ruolo del modello rivale Hansel McDonald), Midnight in Paris di Woody Allen (dove interpreta lo scrittore sognatore Gil Pender) e, più recentemente, per il suo ruolo di Mobius M. Mobius nella serie del Marvel Cinematic Universe Loki. ↩
Stick

Regista: Bill Lawrence
Data di creazione: 2025-06-04 19:17
4
Pro
- Owen Wilson: La sua interpretazione è il cuore della serie, un mix perfetto di commedia e malinconia.
- Tono Unico: Una storia agrodolce che equilibra umorismo e dramma in modo intelligente.
- Scrittura di Qualità: Dialoghi brillanti e personaggi complessi e ben scritti.
Contro
- Ritmo Lento: La narrazione si prende i suoi tempi, il che potrebbe non piacere a tutti.
- Prevedibilità: Alcuni critici hanno notato una certa somiglianza con altre storie di redenzione.
- Personaggi Secondari: Potrebbero risultare meno sviluppati rispetto al protagonista.