
Steve Jobs non amava per niente i social network. Nonostante dal basso glielo avessero chiesto per molto tempo, non aprì mai un suo account su Twitter, Facebook o altre piattaforme. La stessa Apple non aveva account ufficiali nei social network.
Con Tim Cook un po’ di apertura c’è. Ci sono account di Apple su Instagram, Facebook, Twitter e Snapchat. Lo stesso Cook ha un suo account personale su Twitter. Ma nonostante questo il nuovo CEO di Apple non ama i social network.
Durante una recente intervista al giornalista Lester Holt della NBC Nightly News, Cook ha posto l’accento su come i social network siano utilizzati per dividere le persone anziché unirle. Fake news, disinformazione, manipolazioni e molto altro sono utilizzate per far sì che le persone si odino tra di loro.
Non credo che il problema più grande siano gli spot pagati dai governi stranieri. Credo che questo sia l’1% del problema. Credo che il problema più grande sia l’utilizzo di questi strumenti per dividere le persone, manipolarle, fornire delle notizie false a gruppi di persone fino ad influenzare le loro idee. Questo per me è il primo su tanti problemi.
Una riflessione arrivata dopo la richiesta di un commento sull’influenza russa sulla campagna elettorale di Trump.

Si chiama tribalismo, e purtroppo l’umanità è ben lungi dall’aver superato questo stadio evolutivo. Al proposito le curve degli “stadi” sono da sempre una riprova settimanale del bisogno ancestrale di unirsi nella propria piccola comunità contro tutte le tribù avverse, ora semplicemente si aggiungono le “arene” moderne, ma appunto i comportamenti restano uguali, solo espressi in modi più attuali.
Quindi l’unica speranza rimane un bell’asteroide che faccia piazza pulita.