
I canali distributivi di Apple si sono evoluti nel tempo. Si è iniziato dai negozi di computer, per poi passare alle grandi catene di distribuzione e permettendo ai privati di aprire dei punti vendita chiamati APR (Apple Product Reseller). Poi nel 2001 vennero gli Apple Store e da quel momento ci fu una diffusione molto veloce con 362 negozi sparsi per il mondo e altri 40 in fase di apertura.
Ma questa diffusione di negozi ufficiali può danneggiare i rivenditori? Secondo questi ultimi, sì. Lo scorso anno abbiamo assistito a una vera e propria denuncia da parte di eBizcuss, maggior rivenditore Apple in Francia, con accuse di concorrenza sleale. La società accusava Apple di preferire i suoi negozi nel rifornimento di prodotti e lasciare poche unità ai rivenditori.
Oggi, invece, è il turno di un rivenditore in Canada. Il Halifax Mac Store ha chiuso dopo l’apertura di un Apple Store presso l’Halifax Shopping Centre. Anche quel punto vendita non ha resistito al negozio ufficiale della Mela. La questione è molto spinosa e per nulla rosea per chi ha creduto in Apple da sempre, ancora prima del successo dell’iPhone e dell’iPad. Come si comporteranno i privati a tal proposito? La società li tutelerà in qualche modo?
Il vero problema di questo fenomeno non è tanto la concorrenza diretta, quanto il fatto che Apple veicola le scorte verso gli store (soprattutto al lancio dei nuovi prodotti) piuttosto che agli APR, lasciando questi senza materiale.