Si è definito un semplice amministratore, nulla a che vedere con il genio visionario di Steve Jobs che, come lui, sedette alla D10 Conference intervistato dagli stessi giornalisti: Walt Mossberg e Kara Swisher. Tim Cook ha raccontato molto di se e di Apple alla conferenza, restando sempre un passo fuori dalla cerchia di confidenza dei giornalisti, una cerchia che lo avrebbe spinto a raccontare un po’ troppo.
Il suo discorso è stato aperto dal ricordo dell’ex CEO di Apple e della riunione di 5 minuti che ha avuto con Steve Jobs quando fu assunto. A Cook non piaceva il clima in Compaq e Jobs in quei pochi minuti lo convinse a cambiare società. Prima della sua morte, quando lo designò come nuovo CEO, lo pregò di non fare l’errore di Disney. Quando Walt Disney morì la società ebbe un periodo di stallo perchè i manager effettuavano continue riunioni per capire cosa avrebbe fatto l’ex CEO. Jobs disse a Cook di non tentare di imitarlo, ma di governare la società secondo il suo modo di fare.
Cook, così, ha deciso di raddoppiare la segretezza sui prodotti non ancora rilasciati in Apple e aumentare la trasparenza nel rapporto con i fornitori. Forse è per questo motivo che iOS 6 non è stato ancora rilasciato. A differenza degli anni passati, infatti, il sistema operativo non è arrivato agli sviluppatori tra marzo e aprile per non lasciare loro l’opportunità di sbirciare al suo interno e scoprire i segreti sul prossimo iPhone. iPhone che, come è avvenuto per gli iPod, potrebbe arrivare anche in versione economica. Tim Cook non lo ha confermato ma ha dichiarato che la società non esclude nulla poichè il settore degli smartphone è agli inizi.
Sempre a proposito di iPhone ha parlato di Siri. Alle lamentele degli utenti sulla non completa affidabilità dell’assistente digitale, Cook ha ricordato che Siri è ancora in beta e tante novità arriveranno a tal proposito nei prossimi mesi, sperando anche nella lingua italiana.
La conversazione è poi passata alle accuse di produrre in Cina e non negli USA. Accuse che Cook ha sconfessato evidenziando tutto il lavoro nell’indotto generato da Apple. Molti dei componenti dell’iPhone, come vetro e processori, sono prodotti negli USA, inoltre l’App Store ha generato tantissimi posti di lavoro tra i produttori di applicazioni. Ad oggi sono oltre 500.000 i posti di lavoro generati nell’indotto, anche se un aumento di produzione negli USA non è da escludere. Dipende tutto, ha dichiarato Cook, dal miglioramento delle condizioni come nel mondo educativo e produttivo.
Per finire si è parlato di Social Network. Cook ha ammesso che Ping non è diventato cosa si aspettavano diventasse e la società sta pensando a cosa farne. Restano altri social in attivo come iMessage e GameCenter, anche se personalmente non li ritengo un gran successo. Lasciandosi andare al futuro, però, Cook ha lodato il lavoro di Zuckerberg in Facebook dichiarando che le due società hanno una relazione molto solida. E’ molto probabile, quindi, che nel prossimo aggiornamento di OS X e iOS vedremo un’integrazione di Facebook come la si ebbe con Twitter.
[via macworld]
Speriamo nell’integrazione di Facebbok allora, così da caricare video, foto e altro come ora si può fare con Twitter dato, tra l’altro, che l’app di Facebbok è una merda