tasse EU

Sono finiti i tempi belli, o almeno finiranno. Dopo le tante pressioni dell’Unione Europea, l’Irlanda finalmente fa un passo indietro sul giochetto del doppio panino, che consente alle società di pagare pochissime tasse.

Alcune aziende, infatti, posseggono una sede in Irlanda dove riescono a dichiarare tutti gli utili, che poi mandano in un paradiso fiscale, tipo le Bermuda, dove non si pagano tasse. Un giochetto che consente di risparmiare miliardi in tasse.

Un giochetto che si sta per rompere. Michael Noonan, primo ministro irlandese, ha dichiarato che dal 2020 per le vecchie imprese e 2015 per le nuove imprese, le società che vorranno l’aliquota irlandese dovranno avere la residenza fiscale anche in Irlanda. In altre parole dovranno diventare aziende irlandesi al 100%.

Il provvedimento è un passo avanti nell’armonizzazione della tassazione europea, ma di certo non risolve il problema. Cancella il passaggio finale, quello che mandava i capitali nei paradisi fiscali, ma consente alle aziende di sottostare all’aliquota che l’Irlanda stabilisce per le imprese: appena il 12,5%.

L’Europa non può obbligare l’Irlanda a cambiare l’aliquota, perché le politiche comunitarie tengono conto solo del mercato della moneta. Le grandi aziende, quindi, pagheranno più tasse, ma in fondo non così tante. Non di certo il 44% di pressione fiscale1 che colpisce le imprese italiane.


  1. fonte RAI.

Partecipa alla conversazione

6 Comments

  1. Il problema non non è appena il 12,5%. ma bensì il 44% di pressione fiscale che colpisce le imprese italiane.
    Dunque, a mio avviso, non è l’Irlanda che deve aumentare le tasse ma l’Italia che le deve abbassare.

    1. appunto.
      Forse non è chiarissimo il punto a cui siamo arrivati.
      Io ho un’impresa, ma ho anche una p.iva personale che per altro utilizzo per docenze e interventi, cose non certo a fine di arricchimento.
      La pressione fiscale della p.iva settore consulenza informatica è superiore al 70%.
      Ma se pensate che questa cifra sia spropositata sappiate che il bello deve ancora arrivare:
      Nel primo anno si paga anche l’acconto sull’anno successivo (…ma perché??), quindi nel primo anno, quello cioè in cui teoricamente si fanno i maggiori sforzi per sopravivere, ho pagato tasse pari al 110% del’incassato.

      Si, è così. Ne ho presi 30 e pagati 33 di tasse.

      In molti mi hanno detto che dovevo essere più furbo, scaricare l’inscaricabile, comprare hw facendomelo fatturare per poi rivenderlo in nero su ebay.
      Pare si faccia così.

      No grazie, non posso pensare di truffare per vivere, ma di certo non posso vivere facendomi truffare dallo stato.
      L’unica soluzione è scordarsi di mettersi in gioco oppure cambiare paese.

      Punterò alla seconda.

      1. E’ terribile, ma è un cane che si morde la coda: molti autonomi truffano (soprattutto hanno truffato) il fisco, con modalità che variano di attività in attività. Il fisco, ritenendo che tanto se ti metto imposte al 70% tu comunque evadi e quindi non ci sono problemi, alza le aliquote. Risultato finale: essere autonomi onesti è davvero complicato… e forse neanche giusto.

  2. Andrebbe però anche aggiunta l’IVA che in Irlanda è al 23%, con previsione di arrivare al 25% entro il 2019.

  3. Appunto Apple con tutta probabilità aumenterà i prezzi, comunque l’utente finale in questo caso, sarebbe in parte la stessa Apple, visto che acquista in Irlanda tramite la Apple Italia. Quindi il consumatore, si troverà in qualche modo ricaricato anche di questo.

Lascia un commento

Cosa ne pensi?