Steve Jobs non era di certo famoso per la beneficenza. Il CEO di Apple aveva un rapporto molto particolare con il denaro, o almeno è ciò che ha fatto trasparire al pubblico. Tim Cook, invece, ha un rapporto molto diverso.
Il CEO di Apple ha attivato sin da subito una campagna per favorire la beneficenza. In pratica tutto ciò che i dipendenti di Apple doneranno, fino a 10.000 $ a testa, Apple verserà lo stesso importo. Al momento sono stati donati diversi milioni di dollari.
Cook, inoltre, ha tutte le intenzioni di donare il suo patrimonio. Diventando CEO di Apple ha ottenuto un piano decennale per ricevere azioni per 1 miliardo di dollari. Al momento ne ha ricevute per 120 milioni di dollari.
Un fiume di denaro che Cook non riuscirà a spendere mai, considerando che non si dedica al lusso. In una lunga intervista su Fortune, che ne ha tratto un profilo abbastanza completo, Cook dichiara che ha tutte le intenzioni di creare una fondazione, per distribuire le sue immense risorse anche quando non ci sarà più.
Prima però, dichiara, dovrà assicurarsi che suo nipote vada al college e gli pagherà tutti gli studi. Harvard lo accetterà senza problemi e, se lo vorrà, credo potrebbe mirare anche ad un posto in Apple.
Tutto condivisibile ad eccezion fatta per “Harvard lo accetterà senza problemi” perche mai, solo perche è suo nipote ? E se fosse un somaro ?
Perché i figli dei ricchi credi che non ci vadano solo perché sono somari? È privata, basta pagare.
E’ privata e BISOGNA pagare, sennò ti cacciano a calci nel didietro (programmi di scholarship per studenti non abbienti ma meritevoli a parte).
Poi devi anche superare gli esami di ammissione, perché non sono l’università della fuffa, ma uno degli atenei più prestigiosi del mondo (per determinati corsi di studio) e non ci tengono a fare figure di palta, se non superi gli esami non entri, anche se sei ricchissimo.
Perché pensate sempre che in tutto il mondo le cose funzionino alla caXXo come nel paese di Pulcinella?