Apple ha concluso l’inchiesta interna negli stabilimenti Faxxcon, la “città fabbrica” che impiga 30.000 dei suoi 200.000 lavoratori per produrre prodotti Apple.
Effettuando un piccolo passo indietro, ricordiamo lo scandalo raccontato dal giornale “Mail on Sunday” secondo il quale nelle fabbriche cinesi si schiavizza il personale per aumentare la produzione dei prodotti della Mela. Apple aveva promesso un giro di vite nel caso si fosse stabilito una reale violazione dei codici di condotta imposti alle aziende fornitrici. Ebbene, delle violazioni sono state rilevate ma, spiega Apple, nulla di particolarmente grave. Principalmente è stato sfondato il tetto di 60 ore di lavoro settimanali (35% delle settimane annue) e il 25% delle volte è stato superato il limite di 6 giorni a settimana di lavoro. Gli stipendi sono stati rilevati per il minimo stabilito dalla legge.
Per risolvere il problema è stata modificata la struttura delle buste paghe per una visione più trasparente delle retribuzioni, inoltre è stato implementato un controllo elettronico con una tessera magnetica delle ore effettive di lavoro maturate.
La città-fabbrica di Foxxcon è stata trovata munita degli elementi necessari per una vita dignitosa dei dipendenti, come campi di calcio, negozi, bar e mezzi di trasporto. Nonostante ciò, la società ha deciso di aumentare la superfice dei dormitori del 46%.
Dura critica da parte dell’International Confederation of Free Trade Unions (ICFTU), un’unione di sindacati internazionali, che reputano l’indagine di Apple poco approfondita e molto lacunosa.