
Dopo l’uscita di Ron Johnson, inventore degli Apple Store, l’interesse della stampa sul fenomeno dei negozi di Apple si è fatta sempre più grande. Dopo i fattori che ne spiegano il successo, abbiamo visto che il corso di preparazione dei dipendenti è molto articolato e affascinante.
A fronte di una paga di tutto rispetto, infatti, Apple pretende livelli di professionalità altissimi. L’indagine in questo settore, coperto da una densa coltre di segretezza, ha portato all’emersione della severa politica lessicale del perfetto dipendente Apple. La società prevede delle vere e proprie punizioni professionali, come allontanamento dalla vendita, per coloro usano i termini non adatti.
Per esempio è vietato pronunciare “sfortunatamente” perchè indica un evento non risolvibile. E’ vietato anche rimproverare i clienti per delle azioni che hanno portato dei malfunzionamenti dei prodotti, come l’immersione in dei liquidi. Si può dire, invece, “questo non è raccomandabile”, quindi quando lo sentirete la prossima volta al Genius Bar sappiate che indica che avete fatto qualcosa di stupido.
I dipendenti devono essere anche aperti verso i clienti con espressioni tipo: “quali altre domande vuole pormi?” invece di “ha altre domande?” perchè la prima espressione è più invitante della seconda. Alcuni dipendenti dichiarano che il controllo è difficile da gestire, sopratutto quando si aiutano i clienti a migrare i loro PC ai Mac scovando foto e video porno e altro materiale imbarazzante. Importante è anche il feedback che si riceve dal cliente. Apple si attende un voto tra 9 e 10. Se si riceve un 6 o un 7 allora la situazione diventa pericolosa.
Con tutta questa pressione non meraviglia l’ultima indiscrezione che vuole una sorta di sindacato interno per i dipendenti di Apple con lo scopo di proteggersi dalla severità della società.
[via gizmodo]