
Ci sono dei film in cui le chiavi di una cassaforte sono conservate da diverse persone e solo quando queste persone si incontrano, eventualità che viene scongiurata per questioni di sicurezza, la cassaforte si può aprire. Un sistema del genere ha ispirato Apple nel brevettare un nuovo strumento di sicurezza.
Pensato per l’iWallet, il portafogli virtuale su cui la società sta investendo, consiste in un sistema che fa uso di elementi hardware. Attualmente, infatti, quando si perde una password di solito si risponde a una domanda generica sulla propria vita, tipo “come si chiama il tuo cane?”. E’ una domanda a cui teoricamente potrebbero rispondere un po’ di persone.
Il sistema di Apple, invece, utilizza un riconoscimento hardware. Tra il computer e un altro accessorio, quali una stampante o un telefono, potrebbe nascere la condivisione di una password di ripristino. La sua attivazione si ha soltanto quando si collegano i due dispositivi alla rete elettrica. Un server in remoto ne rileva la presenza e attiva il ripristino.
Il sistema dà per scontato che un utente abbia nella stessa camera gli stessi dispositivi e quindi sia l’utente originario. Eventualità che non potrebbe accadere nel caso dei truffatori in remoto tentino di recuperare password di utenti sparsi per il mondo.