UDID

Qualche giorno fa vi parlai del caso dell’azione di Anonymous che portò a un amaro bottino per gli utenti Apple: un file contenente oltre un milione di codici UDID, vale a dire i codici assegnati a ciascun dispositivo con iOS venduto dalla società.

Le prime informazioni dichiaravano il coinvolgimento degli archivi dell’FBI. Notizia smentita successivamente dall’ente federale americano. Così restò in piedi il mistero: da dove proveniva l’archivio trafugato? La risposta al mistero è stata svelata oggi.

Paul DeHart, CEO della software house Blue Toad, infatti, ha rivelato che da un recente controllo il file fornito da Anonymous corrisponde al 98% a loro database conservato nei loro server. Gli hacker, quindi, lo hanno sottratto dai loro server offrendolo alla rete.

Tutto questo non compromette molto la sicurezza degli utenti, ma pone il punto su un elemento chiave: la privacy dei dati. Apple dovrebbe fare in modo che gli sviluppatori non possano archiviare i codici UDID degli utenti. Alcune azioni in questo senso sono state già prese dalla società.

[via macbidouille]

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1 Comment

  1. Mi pare di capire che dall’estate del 2011 questa azienda di nome Blue toad non conserva più i dati degli utenti. Mi chiedo come mai la morte di Jobs sia nell’archivio degli Antisec. Inoltre ci sono molte date 2012.

    C’è anche la domanda coma fa una azienda di una decina di dipendenti ad avere 12 milioni di dati degli utenti Apple. Poi come c’è finito questo data base sui pc dell’FBI e poi da dove vengano i dati mancanti che comunque sono centinaia di migliaia.

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