The Magazine

Il fascino delle redazioni in cui giornalisti entrano ed escono per raccogliere notizie, gironzolano tra banchi colmi di macchine da scrivere ed ascoltano in sottofondo il suono delle rotative che, tra sudore e inchiostro, fabbricano i giornali e le riviste sono ormai una componente che fa parte del passato.

Ormai le persone leggono le informazioni da Internet che è possibile trasportare con sé in ogni istante mediante gli smartphone e i tablet. Una tendenza che ha sottratto risorse economiche alla stampa con il risultato di vedere molti giornalisti lavorare da casa con un computer.

Una nuova configurazione del mondo delle informazioni che elimina di fatto il feticismo di carta e inchiostro. Una tendenza che porterà, dicono gli esperti, alla fine della carta stampata per giungere ad un ecosistema basato semplicemente su bit e connessioni. In questo clima da rivoluzione, però, non sembra arrestarsi il fascino dei giornali.

In rete esistono migliaia e migliaia di blog che danno informazioni, spesso troppo simili senza elaborazioni, su argomenti molto vari. Per esempio questo blog tratta di tecnologia e chi gestisce un blog come me, sa che la concorrenza cresce giorno dopo giorno e le risorse calano di pari passo. Un fenomeno che riguarda tutti, anche i grandi network dove sono stati investiti diversi milioni di dollari.

Nel panorama americano, dove la lingua inglese permette l’accesso ad un bacino formato da centinaia di milioni di persone, i problemi non sono minori. Molti blogger sono tentati dal fascino, ma anche la promessa economica, della vecchia carta stampata. Ma in questo caso stampata su uno schermo.

Negli ultimi mesi, infatti, abbiamo visto nascere riviste riguardanti la tecnologia da parte di nomi importanti come Marco Arment, creatore di Instapaper, e Jim Dalrymple di The Loop, blog conosciuto perché sarebbe utilizzato da Apple per far circolare delle indiscrezioni controllate. Entrambi sono blogger che hanno intrapreso la strada dei giornali elettronici.

Il primo ha creato The Magazine, mentre il secondo di recente ha debuttato con The Loop Magazine. Entrambe sono disponibili soltanto per iPhone e iPad grazie all’utilizzo dell’applicazione NewsStand che permette, dopo la sottoscrizione di un abbonamento mensile di € 1,99, di ricevere due numeri mensili mediante l’avviso con le notifiche push.

Entrambi i giornali hanno dei fattori comuni: oltre al prezzo, si utilizza un font ad alta leggibilità come l’Avenir, si utilizzano poche immagini e tanto testo scritto da autori di una certa caratura nella rete. L’obiettivo è la pubblicazione di alcuni articoli, di solito sei, che non saranno pubblicati su Internet. In questo modo l’esclusività dovrebbe spingere il lettore ad abbonarsi per approfondire delle opinioni di carattere filosofico sull’andamento del mondo tecnologico.

Un taglio che reputo molto interessante e che mi piacerebbe trattare personalmente attraverso una rivista in italiano con un business model simile a quello americano. L’obiettivo è generare un certo numero di abbonamenti in grado di ripagare il lavoro dei giornalisti che hanno aiutato nella costruzione dei vari numeri.

Un ecosistema che potrebbe crescere moltissimo nei prossimi mesi, anche grazie alla costruzione di piattaforme come TypeEngine. Servizi e applicazioni accessibili anche a coloro che non sono addetti ai lavori di programmazione, potranno far nascere tante riviste di bassa, media e alta qualità. Non più un mondo accessibile soltanto agli editori che hanno grandi capitali da investire, ma un circuito meritocratico che sarà premiato o bocciato dagli utenti in base al numero di sottoscrizione degli abbonamenti.

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