Tim Cook Foxconn

Alla vigilia della sua interrogazione presso il Senato americano, in cui dovrà spiegare come mai Apple paga così poche tasse, Tim Cook issa un appello al governo americano chiedendo delle norme più snelle e una tassazione più favorevole per il rimpatrio dei capitali all’estero.

Come sapete, infatti, di recente Apple ha chiesto un prestito obbligazionario di 17 miliardi di dollari nonostante abbia 100 miliardi di dollari nei suoi conti all’estero. L’operazione è stata necessaria perché dovrebbe pagare il 35% di tasse nel caso in cui portasse quel denaro nelle banche americane.

Secondo Tim Cook questo problema attanaglia anche altre aziende americane per un totale di 1700 miliardi di dollari di possibili investimenti. Se quel denaro tornasse in patria, infatti, si potrebbero creare strutture in grado di generare nuovi posti di lavoro.

Tim Cook, come altri manager, vorrebbero uno scudo fiscale in grado di permettere di prelevare denaro dall’estero. Chissà se il governo americano gli darà ascolto.

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  1. Se quel denaro tornasse in patria si potrebbero creare strutture in grado di generare nuovi posti di lavoro, può darsi, se finissero in mano dello Stato invece garantirebbero più servizi per tutti i cittadini.

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