Bip Mobile

Nel 2007 nacquero in Italia i primi operatori telefonici MVNO (Mobile Virtual Network Operator), dietro la scia dei successi europei in iniziative simili. Per liberalizzare il mercato, infatti, l’autorità competente autorizzò la nascita di questi operatori che non fanno altro che acquistare le licenze per l’uso della piattaforma dai quattro operatori nazionali (TIM, Vodafone, Wind e H3G) per poi offrire ai clienti dei servizi.

Questo genere di operatori ha fatto bene al mercato: sono nati tanti pacchetti di minuti, messaggi e dati che hanno spinto i prezzi verso il basso. Inoltre molti di questi operatori hanno associato dei servizi unici, come il controllo del proprio conto corrente o la raccolta punti al supermercato.

Attualmente il 4,9% del traffico viene generato mediante gli operatori virtuali, con una quota di 4,8 milioni di persone. Oltre la metà del mercato appartiene a Poste Mobile. Questo operatore ha deciso di recente di non acquistare più le licenze di Vodafone, ma farlo da Wind. Per il passaggio si prevede la necessità di cambiare 3 milioni di SIM card.

Un altro operatore, invece, ha addirittura chiuso. Dopo aver visto saltare gli accordi di licenza, Bip Mobile è stata messa in liquidazione, costringendo gli utenti a cambiare operatore. H3G ha già fornito l’assistenza per passare numero e credito.

Le modifiche nel settore, però, sono tante. Per esempio Lyca Mobile è passata da H3G a Vodafone, mentre Fastweb probabilmente abbandonerà H3G per finire presso un altro partner.

Sta di fatto che tutto questo non è molto positivo per il mercato. Gli operatori non hanno una copertura identica in tutto il Paese. Gli utenti rischiano di stipulare un accordo sapendo di poter usare la rete di un operatore, per poi vedersi offrire la copertura di un altro operatore qualche mese dopo.

Anche se gli operatori virtuali offrono prezzi convenienti, hanno un basso grado di affidabilità. Dalle mie esperienze, con Noverca, a volte mi è capitato di incappare in disservizi sulla rete risolti solo dopo delle segnalazioni dell’operatore virtuale al suo fornitore.

Disservizi, cambi di rete, passaggi di testimone e addirittura chiusure improvvise potrebbero scoraggiare gli utenti che potrebbero preferire l’affidabilità alla convenienza.

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