Il mondo economico a volte è soggetto a delle leggi molto strane. Leggi che molti tentano di spiegare, nel caso specifico in riguardo Apple, quando il titolo perde molti punti percentuali. Ma al di la delle congetture e delle ipotesi, alcune anche molto divertenti, perché avviene che i risultati trimestrali crescono e il titolo in borsa cade?
Premettendo che non sono un oracolo della finanza e non miro a diventarlo, spiegherò il fenomeno in parole povere. Da un lato, come dimostrano i dati sul primo trimestre del 2014 (che sono calcolati per questioni contabili con l’ultimo trimestre dell’anno commerciale precedente), abbiamo un fatturato altissimo. Il più alto della storia della società con 57,6 miliardi di dollari portati a casa in un solo trimestre. Dall’altro abbiamo utili per 13,1 miliardi di dollari che restano stabili. Non sono spiccioli. Basti pensare che la più grande azienda d’Italia per fatturato, le Assicurazioni Generali, ha prodotto 90 milioni di euro in tutto il 2013. ENI ha prodotto 10 miliardi di utili in tutto il 2013 e nello stesso anno Telecom Italia ha prodotto utili per 2,1 miliardi di euro.
La discrepanza che porta scompiglio tra gli investitori si attiva su un meccanismo molto semplice. L’azionista, o meglio lo speculatore, è un animale che si alimenta di denaro. Non preoccupatevi la definizione non lo offenderà, anzi. Lo scopo è puntare sulla crescita di un titolo. Il titolo cresce se c’è da creare valore. Dopodiché bisogna vendere il titolo per comprarne un altro, dove si può attendere un aumento grazie alla creazione di valore.
Se l’azionista è bravo riesce a moltiplicare i suoi soldi, altrimenti perde. Ora se gli analisti, che tra l’altro sbagliano spesso come dimostra un’analisi di Fortune, dichiarano che Apple dovrebbe fatturare 58,1 miliardi (come hanno realmente fatto) e la società ne fattura 57,6, annunciano semplicemente che la crescita del valore si è fermata. Gli azionisti vendono i titoli e ne comprano altri di aziende che dovranno crescere. Chessò Twitter quando imparerà a monetizzare bene.
Quindi anche se 57,6 miliardi di fatturato e 13,1 miliardi sono una quantità di denaro stratosferica, che molte aziende sognerebbero di notte. Anche se la liquidità della società si avvicina ai 159 miliardi di dollari, nonostante il piano di riacquisto azioni e la distribuzione di dividendi di 43 miliardi. Anche se la società vende più iPhone, iPad e Mac di sempre, ciò non basta. Perché la crescita si è arrestata.
Ora a tal proposito potreste diventare due tipi di investitori. Quelli che vedono al lungo periodo e attendono la crescita futura data dall’approdo in nuovi mercati, oppure quelli a cui interessa far crescere la propria ricchezza entro l’anno. Come i broker che sono pagati a commissioni e non in speranze future.
Personalmente penso che se il titolo scende, come direbbe il vecchio filibustiere Carl Icahn, ci viene servita l’opportunità di acquistare azioni a buon mercato. Lui ieri ha investito altri 500 milioni di dollari, portando il suo investimento in Apple a circa 4 miliardi. Io che denaro da investire non ce l’ho e se ce lo avessi forse non potrei neanche investirlo, per eventuali conflitti di interessi ed etici, vi dico di non preoccuparvi. Se il titolo Apple scende non può che fare bene alla società.
E’ uno schifo.
Bisognerà anche vedere quanto il mercato azionario darà fiducia ad APPLE, ultimamente non mi sembra ci siano i presupposti per dire che si tratti di una bolla speculativa atta a rastrellare nuovi investitori. Come tutte le società che arrivano nell’olimpo della borsa, prima o poi sono destinate ascendere ed assestarsi su indici ben diversi rispetto a quelli dei primi collocamenti (10/15 anni). Non possono, possiamo pretendere che rimarrà sui livelli attuali a vita, è dietro l’angolo la nuova APPLE, e questo è un dato di fatto.
Apple non è collocata in borsa da 10/15 anni ma bensì da 34 anni ;D, è normalissimo una situazione come questa, come dici anche tu non si può stare decenni in crescita perenne, il problema infatti è degli speculatori non della Apple, che non rischia nulla avendo una liquidità mostruosa (Grazie Jobs) che gli permetterebbe di “vivere” un decennio senza generare utili.
Secondo me questo è il momento giusto per investire in APPL il titolo sta scendendo perché è da un po’ che non lanciano prodotti nuovi, ma Apple quest’anno tireranno fuori qualcosa (iWatch o iTV) e se il prodotto avrà successo ci sarà di nuovo una crescita in borsa.
Secondo me sei molto meglio come commentatore di tecnologia che di finanza….
Il valore di una società corrisponde al valore attualizzato dei flussi di cassa che genererà. Ovviamente si tratta di stime.
Il prezzo di borsa è una proxy di questo valore (a cui si aggiungono i mille motivi a volte assurdi che muovono i prezzi del mercato).
Se la società cresce MENO delle attese (in termini di utili più che di fatturato), vuol dire che i flussi futuri sono stati sovrastimati, e quindi il valore si riallinea alla nuova stima più bassa. Il prezzo di borsa tipicamente scende.
Se la società cresce PIU’ delle attese, vuol dire che i flussi futuri sono stati sottostimati, e quindi il valore si riallinea ad una nuova stima più alta. il prezzo di borsa tipicamente cresce.
Perché concludi dicendo che è un bene se il prezzo delle azioni scende? Quando l’andamento di un titolo è per molto tempo negativo (o meglio, fa peggio del mercato) ad un certo punto gli azionisti pretendono un cambio di management. A volte è un bene, a volte no.
Uno dei problemi di Apple e di Samsung è quello di operare in un settore oggi tendenzialmente maturo, i tassi di crescita sono destinati a diminuire ed i margini a contrarsi (per questo il fatturato apple cresce e l’utile no).
L’eventuale immissione sul mercato di prodotti altamente innovativi potrebbe cambiare le cose. Ma senza Jobs non tutti vogliono scommetterci.
Abbiamo detto la stessa cosa, solo che io l’ho semplificata perché questo non è un sito su economia e finanza. E’ un sito sulla tecnologia.
Se il prezzo delle azioni scende è un bene è collegato al link su quella frase. L’ho inserito per un motivo ben preciso. C’è una riflessione collegata che ti invito a leggere.