C’è una grande discussione in corso sulla questione dei big data, vale a dire sull’enorme mole di dati raccolti dai social network. Per molte persone quei dati, se utilizzati con appositi strumenti, possono diventare una vera e propria Eldorado.
Per esempio si può sapere esattamente come si diffondono le malattie, come si generano dei fenomeni e avere una situazione esatta di un mercato in un’area molto specifica. Basta incrociare le anagrafiche, gli status, le foto condivise e molto altro. A tal proposito se volete approfondire l’argomento vi suggerisco il libro Big Data di Viktor Mayer-Schönberger.
In questa discussione si aggiunge Twitter che in occasione dei dati trimestrali, che tra l’altro la vedono crescere per utenti e fatturato, ha attivato il piano Data Grants. Siccome ogni giorno vengono condivisi 500 milioni di tweet, la società rende disponibile i big data per le ricerche accademiche.
Il piano non è accessibile a tutti. Gli istituti e i centri di ricerca possono fare richiesta di partecipazione e ogni richiesta sarà vagliata dalla società. L’obiettivo è evitare che società private mettano le mani sui dati per lucrare o invadere la privacy delle persone.