Flappy Bird

Non sono mai stato favorevole ai cloni delle applicazioni famose. Confido nel fatto che ogni persona, se si impegna a sufficienza, riesca a creare la sua applicazione di successo. Riproporre un’app che già esiste, o è esistita, è solo una dimostrazione di puntare al denaro e avere scarse capacità.

Anche Apple scoraggia il fenomeno del parassitismo informatico mediante la norma 22.2 del suo regolamento, che dice:

Abbiamo trovato che la tua applicazioni e/o i suoi metadata, contengono contenuti che potrebbero ingannare gli utenti, che è conforme all’App Store Review Guideline.

Abbiamo trovato che il nome della tua app tenta di sfruttare un’applicazione popolare.

Un norma applicata a Flappy Dragon e, molto probabilmente, a tante app che arriveranno nei prossimi giorni. La società di Cupertino, infatti, sta arginando il fenomeno dei cloni di Flappy Bird, il giochino dell’uccellino eliminato dal suo sviluppatori nei giorni scorsi, perché, come dichiarato, porta a perdere troppo tempo.

Anche Google sembra applicare lo stesso principio e sta arginando il fenomeno dei cloni. Anche se una soluzione per vedere il proprio clone nel negozio esiste: basta non usare il nome Flappy.

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