Non esiste una disciplina ben preciso in riguardo al diritto di recesso sui prodotti. Vale a dire il periodo che si calcola dal giorno di acquisto al giorno in cui, per un motivo o per un altro, si decide di restituire il prodotto, ricevendo i soldi indietro.
Alcune società non prevedono il recesso, altre si ma per un periodo limitato, altre ancora non restituiscono i soldi ma si limitano a fornire un buono acquisto. Altre società fermano il diritto di recesso in determinati periodi dell'anno, per esempio durante i saldi.
Se la memoria non mi inganna il periodo di recesso sugli iPhone fu portato a 30 giorni, in concomitanza con l'iPhone 4 che soffriva di un segnale poco stabile. Ora il recesso viene riportato a 14 giorni, come per gli altri prodotti di Apple. Quindi dalla data di acquisto di un dispositivo si avranno 2 settimane per decidere se ridarlo indietro oppure no.
L'importante è, ovviamente, restituire il prodotto integro, senza danni e con la scatola originale.
Ma il diritto di recesso non vale solo sugli acquisti online o televendite?
E’ una cosa che decide il negoziante
La legge non lo prevede, poi il negoziante, non potendo provare sempre tutto, e per quieto vivere, cambia nell’arco di pochi giorni, ma a certe condizioni..
Ma per legge vale solo sugli acquisti alla cieca, nei negozi per convenzione si danno dei limiti di utilizzo e tempi, ma per comodità..
La disciplina è estremamente precisa: il diritto di recesso per gli acquisti effettuati in negozio non è normativamente previsto.
Ne consegue logicamente, che, in assenza di una previsione normativa, il venditore sia libero di adottare la politica che più gli aggrada, senza che nessuno possa metterci bocca.
Poi, naturalmente, possiamo discutere sino allo sfinimento di cosa sia giusto e di cosa sia ingiusto e di quale venditore venga meglio incontro ai nostri interessi.