Steve Jobs è stato, molto probabilmente, il mentore di Mark Zuckerberg di Facebook. Il CEO di Apple lo incontrava alcune volte per delle lunghe chiacchierate. Lo stesso rapporto idilliaco non c’è con Tim Cook, anzi. I due sembrano abbastanza distanti.
Visto che l’immagine per un CEO di una società è importante, Tim Cook preferisce puntare sulla privacy e i diritti LGBT, mentre Mark Zuckerberg si dà da fare per portare internet nelle parti del mondo disagiate. E si comprende anche il motivo: se internet arriva dove adesso non c’è, gli utenti di Facebook aumenteranno.
Ma al CEO del noto social network non sono piaciute le dichiarazioni di Tim Cook sulla privacy:
Se qualcosa su internet è gratuito significa che il prodotto sei tu.
E in un’intervista a TIME, Zuckerberg risponde a Cook:
Che concetto ridicolo. Pensate per caso che se pagate Apple allora siete in linea con loro? Quando sarete in linea con loro per caso Apple abbasserà i prezzi dei suoi prodotti?
Non so voi, ma io sento un po’ di rumore di dita sugli specchi. Non credo che Apple debba abbassare i prezzi dei prodotti quando i suoi utenti diventano tutti dei clienti. Non ha senso. È l’incontro di domanda e offerta a fare i prezzi, non i legami sentimentali.
Si può per caso dire che Facebook ha a cuore la privacy degli utenti? Fino a ieri mi pare che il social network lucrasse proprio sul posizionamento della pubblicità in base alle informazioni degli utenti. Il che non è un male di per se. L’importante è essere coscienti del sistema.
Da una persona che ha venduto le identitàpersone ai servizi segreti statunitensi