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C’è chi vorrebbe il massimo della libertà, chi vorrebbe la libertà per se stessi e le restrizioni per gli altri. I controlli sull’iTunes Store, e di conseguenza nell’App Store e altri negozi, sono uno strumento per regolare un dato di fatto: di alcune persone non ci si può fidare.

Si potrebbero creare delle norme consuetudinarie, tipo non fate questo o quello perché non è una bella cosa, ma poi sapete cosa accade. Per opportunismo ci si dimentica della loro esistenza e si fa finta di chiudere un occhio. Così la società ha attivato una serie di rigide norme per l’approvazione dei contenuti, regolare – credo – mediante degli strumenti automatici.

Strumenti che hanno portato a delle note di demerito verso Transit, app che serve a gestire l’accesso FTP ai siti, oppure verso il gioco “Papers, Please”. Quest’ultimo, ambientato nella finta città di Arstotzka, prevede di controllare l’accesso all’aeroporto, a volte utilizzando lo scanner del corpo. Uno scanner che potrebbe portare alla visione di seni in qualità pixel art.

Per questo motivo l’app è stata rifiutata e siglata portatrice di nudità. Nonostante i numerosi premi raccolti negli anni e il successo nella versione per computer.

La cosa interessante è che la società si è accorta degli sbagli e ha posto rimedio, proponendo ad entrambi gli sviluppatori di riproporre l’app nell’App Store. Allora diventa ovvio il fatto che gli strumenti automatici di controllo non funzionano. È anche vero che controllare migliaia di applicazioni manualmente non è possibile. Quindi come fare? La sfida nel settore è tutt’ora aperta.

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