iMessage

Quando c’è un attacco terroristico in un paese Occidentale, come quello avvenuto qualche giorno fa in Francia, si attiva sempre il grande dubbio amletico della nostra era: è lecito consentire al Governo di spiarci per scovare i terroristi? Un dibattito che dura da oltre 10 anni e che non trova risposta.

L’unica cosa ad aver creato sono due gruppi: uno dichiara che sia lecito acconsentire alle intercettazioni per il bene della sicurezza pubblica, mentre l’altro non vuole essere spiato dal grande fratello.

In quest’ambito si incastrano anche i recenti servizi di messaggistica istantanea. La maggior parte di loro, come iMessage e WhatsApp, gestiscono le comunicazioni con un sistema di cifratura impenetrabile, perché la chiave di lettura è presente solo all’interno dei dispositivi.

Questo significa che tutti possiamo comunicare senza avere il timore di essere letti, ma possono farlo anche gli spacciatori con i loro clienti, i ladri con i membri della banda e i terroristi.

A tal proposito David Cameron, primo ministro inglese, dichiara che non ci sta. Questo sistema può diventare dannoso per la sicurezza e, per tale motivo, è disposto a bloccare i servizi in Gran Bretagna se non consentiranno al Governo di ficcare il naso nelle comunicazioni.

Come andrà a finire? Le società accetteranno le richieste governative o salvaguarderanno la privacy dei loro utenti?

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