Negli ultimi mesi si è parlato molto di dati presenti nei dispositivi, privacy e cifratura. Il caso di San Bernardino, con l’FBI che aveva chiesto ad Apple di sbloccare l’iPhone 5c dell’attentatore, ricevendo come risposta una negazione per cause tecniche, ha posto al centro del dibattito una domanda molto importante: è giusto cifrare qualsiasi dato?
Questa domanda dovrebbe attivare una serie di riflessioni in grado di aiutare il legislatore nel realizzare una normativa più aggiornata. Purtroppo al momento le uniche persone ad essersi ispirate sono i maghi delle conclusioni facili, come Jim Cooper.
L’autore della proposta di legge A.B. 1681 ha pensato bene di risolvere la faccenda in modo molto semplice: proponendo di obbligare tutte le società che vendono prodotti in California nel fornire uno strumento per decifrare i dati dei dispositivi e sbloccare l’accesso. La pena per chi non lo fa è una sanzione pecuniaria.
In pratica il membro della California Assembly Committee on Privacy and Consumer Protection, ha pensato di monetizzare a discapito di chi difende la privacy dei cittadini, in questo modo si può portare un po’ di denaro facile all’amministrazione.
Fortunatamente la A.B. 1681 è stata respinta in commissione. A quanto pare c’è qualcuno con una logica migliore.
Questo significa che il caso è chiuso per quanto riguarda questa legge? O deve passare sotto altri giudizi?