
Secondo una statistica è più facile entrare ad Harvard che farsi assumere in un Apple Store. I negozi di Apple, ormai vicini al numero di 500 in tutto il mondo, consentono di accedere ad uno stipendio fisso garantito da una delle società più solide al mondo, lavorare con persone sveglie, indossare una t-shirt con il logo di Apple e vedere da vicino tanti prodotti della Mela.
Ma non è sempre oro quello che luccica. Un ex dipendente di Apple, infatti, ha raccontato a Business Insider un po’ di sfoghi di un lavoro che, non dimentichiamolo, resta quello di un commesso.
E come tutti i commessi sanno i clienti sono tanti, vari e a volte anche strani. Quando sei un’azienda che si fa pagare bene sono anche pretenziosi e non vogliono stare molto lì a perdere tempo in lungaggini.
Questo ex dipendente, che ovviamente vuole rimanere anonimo, racconta di essere stato anche minacciato di morte da uno di questi e a volte è stato preso a male parole da persone non molto gentili. Ovviamente la risposta a queste provocazioni deve essere sempre rispettosa e gentile, pena il licenziamento.
Inoltre lavorare in un Apple Store significa guadagnare, almeno in Gran Bretagna, 8 sterline all’ora (circa 10,5 €), che non è molto considerando il fatturato della società. Spesso non c’è modo di fare carriera, perché i manager del negozio temono che qualcuno voglia prendere il loro posto. È vero c’è uno sconto sui prodotti, ma nessun premio di produzione. Se vendi più prodotti non ci sarà nessuna gratifica monetaria.
Inoltre alcune pratiche sono alienanti, come il contratto di riservatezza che ti obbliga a non parlare molto di lavoro neanche con i familiari, vieta di scattare selfie con i prodotti di Apple o commentare cosa fa la società.
Quel tizio ha pestato i piedi al collega sbagliato e quello l’ha sbattuto o fatto sbattere fuori. Punto.
Io direi più che altro che lavorare per qualunque megastore o multinazionale è diventato un incubo. Qui in italia si susseguono scioperi della grande distribuzione ma hanno poco effetto perche oramai i nuovi dipendenti vengono assunti tutti con contratti a tre mesi e non possono scioperare. Tra mobbing, vessazioni, orari e turnazioni impossibili, arroganza dei superiori e dei clienti, minacce, aggressioni e follie varie e diventato inumano lavorare in questi posti.
giustissimo. E’un modello di business che deve fare i conti con un bisogno nuovo di “sostenibilità” verso i lavoratori e verso i clienti, campare di rendita sulla passione e sull’affezione verso un marchio ed un’identità non porterà ancora lontano, devono sterzare prima che sia troppo tardi.
Il troppo tardi tocca solo NOI, non LORO. Per “loro” intendo gli appartenenti all’alta borghesia che oramai si trovano in tutti gli ambiti dirigenziali e si passano la palla da padre in figlio, e “noi” siamo la palla. Una mandria di “Manager” addestrati a dare ordini e gestire qualunque ambito (politica, ospedali, banche, scuole, ecc..) senza avere un minimo concetto di competenza del ruolo che ricoprono con le relative conseguenze. Per esempio il recente crollo a firenze, il primo incarico dell’attuale ministra per le Riforme Maria Elena Boschi è stato proprio nel cda di Publiacqua, ed ora farà crollare la costituzione? Dovremmo essere noi a non andare più ai grandi centri commerciali e andare invece nei piccoli negozi, a non fare acquisti la domenica (giorno in cui anche DIO si è riposato), perchè LORO troveranno sempre schiavi disperati pronti ad accettare tutto pur di non morire di fame