
Ci risiamo. Quando si vuole conquistare consenso tra il popolo si cerca sempre la via più semplice. Anziché creare riforme per migliorare la società si cerca un nemico, lo si incolpa dei problemi e si promette di sconfiggerlo. In questo caso, come avviene in Italia tra alcuni politici, il problema è ovviamente lo straniero.
Trump, infatti, ha deciso di attivare un blocco di 120 giorni per i rifugiati e 90 giorni di blocco per le persone di alcuni stati, quali: Iraq, Iran, Somalia, Sudan,Libia, Siria e Yemen. Tutti i cittadini di questi stati non potranno visitare gli Stati Uniti. Ma che senso ha?
Gli Stati Uniti sono formati interamente da immigrati. Spagnoli, africani, italiani, francesi, asiatici e tante altre razze che negli anni hanno preso il posto di Inca, Maya, Atechi e indiani, come li chiamava Cristoforo Colombo. Senza immigrati l’America sarebbe vuota. Per non parlare delle grandi aziende americane fondate tutte da immigrati. La stessa Apple è stata fondata da un orfano siriano.
A tal proposito Tim Cook ha scritto un’email ai dipendenti per prendere le distanze:
Team,
Nelle mie conversazioni con i funzionari qui a Washington questa settimana, ho messo in chiaro che Apple crede profondamente nell’importanza di immigrazione – sia per la nostra azienda e per il futuro della nostra nazione. Apple non esisterebbe senza l’immigrazione, per non parlare del far crescere e innovare il nostro modo di fare.
Ho sentito da molti di voi che sono profondamente preoccupati per l’ordine esecutivo emesso ieri per limitare l’immigrazione da sette paesi a maggioranza musulmana. Condivido le vostre preoccupazioni. Non è una politica che sosteniamo.
Ci sono dipendenti di Apple che sono direttamente colpiti da ordine di immigrazione di ieri. I nostri team HR, legali e di sicurezza sono in contatto con loro, e Apple farà tutto il possibile per sostenerli. Stiamo fornendo le risorse su AppleWeb per chiunque con domande o dubbi circa le politiche di immigrazione. E siamo andati alla Casa Bianca per spiegare l’effetto negativo sui nostri collaboratori e la nostra società.
Come ho detto molte volte, la diversità rende la nostra squadra più forte. E se c’è una cosa che so delle persone di Apple, è la profondità della nostra empatia e il supporto per l’un l’altro. E ‘importante oggi come lo è mai stato in passato, e non ci indebolirà neanche un po’. So di poter contare su tutti voi per essere sicuri che chiunque in Apple si senta benvenuto, rispettato e valorizzato.
Apple è aperta. Aperta a tutti, non importa da dove vengono, che lingua parlano, chi amano o come adorano. I nostri dipendenti rappresentano i migliori talenti al mondo, e il nostro team proviene da ogni angolo del globo.
Citando Martin Luther King, “Potremmo venire tutti da navi diverse, ma siamo nella stessa barca ora.”
Tim

Certo,come si dice: “gioca bene e razzula male” nel senso è contro Trump e ha chiuso il centro App dell’Iran.