riparabilita prodotti

Forse molti di voi non sono arrivati a vederlo, ma c’era un tempo in cui comprando un MacBook l’utente poteva togliere la tastiera del portatile per pulirla (o sostituirla), aggiungere la scheda WiFi, cambiare la RAM, cambiare la batteria e addirittura cambiare l’hard disk. Senza bisogno di smontare il computer, semplicemente staccando dei componenti.

È anche vero che all’epoca i computer non erano così sottili. Adesso, con il design unibody in alluminio e dimensioni sempre più risicate, i non si può più cambiare nulla e c’è molta colla nel computer, che tiene legata alcuni componenti hardware.

Questo significa che una volta che la batteria termina i suoi cicli di vita, un componente si rompe o qualcosa si usura siamo destinati a buttare via il computer? Al momento tristemente è proprio così.

Per questo motivo alcune nazioni si stanno muovendo per attivare delle leggi in grado di ribadire il diritto per il cliente di riparare gli oggetti. Per esempio in California è in discussione la Right to Repair. Questa vuole obbligare le aziende a fornire i componenti ufficiali e le guide per riparare gli oggetti.

Apple si starebbe preparando per l’arrivo di questa legge. Come evidenzia Motherboard, circolano già dei documenti interni che raccontano di una piattaforma dove scaricare le guide, chiedere assistenza e ordinare dalla società i componenti originali.

In realtà una volta avute le guide, i riparatori terzi potranno anche decidere se installare i più economici componenti non originali, consentendo di recuperare i vecchi dispositivi. È probabile che Apple attiverà un programma di iscrizione ufficiale, al quale le aziende potranno iscriversi e accedere alla piattaforma.

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