DeepSeek vs OpenAi

Negli ultimi mesi, un nuovo concorrente nell’ambito dell’intelligenza artificiale ha iniziato a far parlare molto di sé: DeepSeek. Sviluppato in Cina, questo nuovo modello di AI sta guadagnando attenzione principalmente grazie al suo modello R1, una piattaforma di largo utilizzo che punta a competere direttamente con i più noti sistemi occidentali, come il modello O1 di OpenAI. La vera sorpresa? Le performance di R1 e i costi notevolmente ridotti rispetto alla concorrenza.

Ma poter parlare di DeepSeek significa anche toccare un tema delicato, ossia il modo in cui l’intelligenza artificiale cinese viene percepita globalmente. Da un lato, ci sono innovazione tecnologica ed efficienza economica; dall’altro, vengono sollevati dubbi su questioni etiche, come l’implementazione di strumenti di censura che fanno già parte del sistema.

Cosa rende DeepSeek R1 così interessante, quali sono i suoi limiti, e come si posiziona rispetto ai modelli occidentali?

Cos’è DeepSeek?

DeepSeek è il frutto di anni di investimenti nel settore tecnologico da parte della Cina. L’azienda madre, Beijing AI Capital, ha avuto come obiettivo quello di creare un’intelligenza artificiale capace di rispondere a grandi domande linguistiche, utilizzando quantità enormi di dati per ottenere risultati precisi.

Il modello R1, introdotto recentemente, rappresenta la punta di diamante di questa strategia e si basa su una rete neurale di ultima generazione ottimizzata per rispondere in tempo reale, con capacità di ragionamento come i modelli o1 e o3 di OpenAI.

A differenza di OpenAI, che ha sviluppato i suoi modelli su dataset internazionali, DeepSeek si distingue per l’utilizzo prevalente di dataset cinesi. Questa scelta ha permesso di mantenere i costi bassi, riducendo al minimo le dipendenze da dati disponibili a pagamento o sotto licenza internazionale.

In poche parole, R1 non è solo un giocatore emergente, ma un attore strategico che si colloca tra innovazione tecnologica locale ed espansione globale.

DeepSeek modello

Punti di forza di DeepSeek R1

1. Efficienza economica

Uno dei motivi principali per cui si parla molto di DeepSeek è il suo impatto economico. Il modello R1 è progettato per essere competitivo non solo in termini di performance tecniche, ma anche di costi. Operare con DeepSeek può risultare fino al 40% più economico rispetto alle soluzioni offerte da OpenAI. Questo lo rende particolarmente attraente per piccole e medie imprese che non possono permettersi i costi elevati dei modelli IA più avanzati.

Per fare un esempio, dove OpenAI richiede risorse computazionali sempre più costose per ottenere risposte rapide, DeepSeek è stato ottimizzato per funzionare su hardware più semplice, risultando così accessibile a una platea più ampia.

2. Un’app gratuita per iOS

Un altro elemento che sta attirando un numero crescente di utenti è l’applicazione dedicata per iOS. Disponibile gratuitamente sull’App Store, l’app di DeepSeek permette a chiunque di accedere ai servizi di intelligenza artificiale senza costi di ingresso o abbonamenti.

Questa strategia non è nuova, ma è particolarmente accattivante per chi vuole sperimentare le capacità del modello prima di adottarlo su larga scala.

Basti pensare a quanto questo potrebbe democratizzare l’uso di AI, un settore spesso ritenuto inaccessibile al grande pubblico a causa dei costi elevati.

Ricordate che anche se l’uso dell’app è gratuita, nel caso vi servissero delle API da integrare altrove, queste costano 0,27 $ in input e 1,10 $ in output ogni milione di token per il modello base. Il modello R1 costa 0,55 $ in input e 2,19 $ in output per milione di token.

Confronto con OpenAI: DeepSeek regge il confronto?

Il confronto tra DeepSeek e OpenAI è inevitabile. Entrambi i modelli mirano a risolvere problemi complessi tramite l’elaborazione del linguaggio naturale, ma ci sono differenze importanti da considerare.

Caratteristica DeepSeek R1 OpenAI O1
Costo API (modello base)0,27 $ input / 1,10 $ output per milione token 15,00 $ input/60,00 $ output per milione token
Costo API (modello avanzato)0,55 $ input / 2,19 $ output per milione token 15,00 $ input/60,00 $ output per milione token
Performance linguistiche Eccellenti in cinese, buone in inglese Ottime in inglese e altre lingue
Accessibilità (app) Gratuito tramite app iOS Richiede ChatGPT Plus o API
Censura integrata No
Trasparenza dati Limitata Moderatamente trasparente

Mentre OpenAI eccelle nella comprensione e generazione di testi in lingue diverse, R1 si dimostra quasi imbattibile nel cinese, grazie a dataset curati e ottimizzati. Tuttavia, laddove DeepSeek brilla in termini di prestazioni economiche, c’è sempre l’ombra della censura.

Alcuni utenti hanno anche lamentato di aver ricevuto risposte in cinese nonostante le richieste in italiano. Resta il fatto che, essendo “gratuito” al momento, vale la pena giocarci per sperimentarne le capacità.

I limiti di DeepSeek

1. Censura integrata

Uno degli aspetti più discussi di DeepSeek riguarda proprio la censura integrata. Il modello è stato progettato per rispettare le linee guida imposte dal governo cinese, bloccando domande o richieste che potrebbero essere considerate sensibili o inappropriate secondo gli standard locali.

Tanto per fare un esempio basta fare qualche domanda sul leader politico cinese, Xi Jinping, per vedersi ricevere degli errori.

Questo lo rende poco apprezzato al di fuori della Cina, dove gli utenti spesso cercano modelli che promuovano la trasparenza e la libertà d’espressione. È un compromesso evidente: da un lato, l’efficienza e la gratuità; dall’altro, vincoli che potrebbero limitare l’adozione internazionale.

2. Problemi di trasparenza

Un altro ostacolo riguarda la trasparenza. Sebbene DeepSeek dichiari di essere conforme ai benchmark globali, gli sviluppatori non hanno reso pubblici dettagli specifici sui dataset o sulla struttura del modello.

Questo approccio è comprensibile, considerando la natura competitiva del mercato, ma resta un punto debole rispetto a OpenAI, che ha adottato una politica relativamente più trasparente.

3. Barriere linguistiche

Un limite tecnico è l’adattamento in lingue diverse dal cinese. Sebbene DeepSeek lavori bene in inglese, le prestazioni calano notevolmente in lingue meno diffuse. Modelli come quelli di OpenAI rimangono così più versatili a livello globale.

Il ruolo della Cina nell’intelligenza artificiale

DeepSeek

Non si può ignorare il contesto in cui DeepSeek è nato. La Cina sta investendo massicciamente in intelligenza artificiale come parte di una strategia nazionale per consolidare il proprio ruolo di leader tecnologico. Questo porta inevitabilmente Progetti come DeepSeek a rappresentare una visione diversa dell’evoluzione dell’AI rispetto a quella occidentale.

Questa dicotomia non è solo tecnologica, ma anche politica. L’approccio cinese all’AI si basa su controllo e regolamentazione stringenti, mentre nei Paesi occidentali si punta maggiormente a libertà e innovazione indipendente. Il risultato è un panorama competitivo che potrebbe vedere emergere due ecosistemi paralleli.

Considerazioni finali

DeepSeek è un modello che merita attenzione, soprattutto per chi cerca alternative ad alta efficienza e bassi costi rispetto ai principali colossi occidentali come OpenAI. Tuttavia, bisogna guardare oltre la superficie: le limitazioni dovute alla censura e alla trasparenza dei dati rimangono ostacoli importanti per una sua diffusione su scala globale.

Il futuro di applicazioni come DeepSeek dipenderà dall’evoluzione del contesto geopolitico e dagli eventuali miglioramenti delle sue capacità tecniche. Per ora, chi ne apprezza l’accessibilità tramite l’app iOS o opera principalmente in cinese può considerarlo una risorsa preziosa. Per gli altri, resta principalmente un punto di riflessione su come l’intelligenza artificiale continui a svilupparsi su percorsi paralleli ma distinti.

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