
La recente assemblea degli azionisti Apple 2025, tenutasi il 25 febbraio, ha confermato ancora una volta la solida fiducia degli investitori nel consiglio di amministrazione della società di Cupertino. In un evento che rappresenta uno dei momenti più significativi per la governance aziendale Apple, gli azionisti hanno votato seguendo integralmente le raccomandazioni del board, respingendo tutte le proposte esterne.
L’assemblea annuale costituisce un momento cruciale per la direzione strategica dell’azienda, offrendo agli azionisti l’opportunità di esprimersi su tematiche che spaziano dalla composizione del consiglio alle politiche di governance. Quest’anno, il focus si è concentrato particolarmente su questioni legate all’etica dell’intelligenza artificiale, alla privacy e alle politiche di diversità e inclusione.
La struttura dell’evento ha seguito il formato tradizionale, con Tim Cook e gli altri dirigenti che hanno presentato i risultati raggiunti e risposto alle domande degli investitori. Un elemento distintivo dell’incontro di quest’anno è stata l’attenzione particolare alle proposte discusse nell’assemblea Apple 2025 provenienti da gruppi di azionisti esterni, alcune delle quali hanno sollevato temi particolarmente sensibili nel contesto sociopolitico attuale.
Il risultato delle votazioni riflette la tendenza storica delle assemblee Apple: gli investitori tendono a seguire le indicazioni del management su questioni strategiche e operative. Questo modello si è ripetuto anche quest’anno, mostrando una continuità nella fiducia verso le decisioni del vertice aziendale, nonostante alcune proposte abbiano tentato di spingere l’azienda in direzioni alternative.
Un dato interessante emerge dall’analisi delle motivazioni dietro le raccomandazioni del consiglio: in quasi tutti i casi, Apple ha sostenuto di avere già politiche o pratiche in atto per affrontare le preoccupazioni sollevate dagli azionisti proponenti. Questo approccio difensivo suggerisce la volontà dell’azienda di mantenere il controllo sull’agenda delle priorità aziendali, pur mostrandosi aperta al dialogo su tematiche sensibili.
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Proposte degli azionisti e relative votazioni
Durante l’assemblea sono state presentate 7 proposte totali, di cui le ultime quattro (numerate da 4 a 7) provenivano da azionisti esterni. Tutte le votazioni azionisti Apple hanno seguito le raccomandazioni del consiglio, che aveva suggerito di votare contro queste iniziative esterne.
La Proposta 4, presentata dal National Legal and Policy Center, richiedeva un rapporto annuale sull’acquisizione e l’utilizzo etico dei dati per l’intelligenza artificiale. La preoccupazione principale riguardava la potenziale estrazione di dati da opere protette da copyright e informazioni personali condivise online, specialmente considerando le partnership di Apple con OpenAI e le discussioni con altre aziende nel campo dell’IA.
Il consiglio ha raccomandato di votare contro questa proposta, sostenendo che Apple “fornisce già tutte le informazioni richieste sulle pratiche di privacy dei dati per l’IA”. Ha inoltre aggiunto che la proposta non sollevava problemi specifici relativi ad Apple Intelligence, ma si concentrava principalmente su critiche verso OpenAI.
La Proposta 5, avanzata dall’American Family Association, chiedeva ad Apple di preparare un rapporto sulla trasparenza dei costi e benefici delle sue decisioni relative alla creazione e all’utilizzo di software per l’identificazione di materiale pedopornografico (CSAM). La richiesta includeva la pubblicazione di questo rapporto sul sito web di Apple.
Le motivazioni dietro questa proposta facevano riferimento alle preoccupazioni che Apple non stesse facendo abbastanza per prevenire la vittimizzazione di individui a rischio. Un esempio citato nella proposta menzionava l’inserimento di Apple nella lista “Dirty Dozen” del National Center on Sexual Exploitation per il secondo anno consecutivo nel 2024.
Il consiglio ha raccomandato di votare contro, insistendo sul fatto che Apple ha “dimostrato il suo impegno nell’aiutare a proteggere i bambini in un panorama online in evoluzione e ha sviluppato tecnologie innovative come Communication Safety”. Il board ha anche affermato che l’approccio attuale alla sicurezza dei bambini è “più appropriato della sorveglianza universale suggerita nella proposta, che potrebbe avere serie implicazioni per i diritti umani e civili dei nostri utenti a livello globale”.
Il dibattito sulla diversità e inclusione
La Proposta 6 ha attirato particolare attenzione mediatica prima dell’evento. Presentata dal National Center for Public Policy Research, richiedeva che Apple considerasse l’abolizione del suo programma, delle politiche, del dipartimento e degli obiettivi di Inclusione e Diversità (DEI).
La proposta citava la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti in SFFA v. Harvard, che ha stabilito che discriminare sulla base della razza nelle ammissioni universitarie viola la clausola di uguale protezione del 14° emendamento. I proponenti sostenevano che questa sentenza potrebbe influenzare i programmi aziendali di Diversità , Equità e Inclusione (DEI).
Con altre aziende che riducono o abbandonano le iniziative DEI, inclusa Meta, i proponenti sostenevano che Apple fosse ancora a rischio finanziario, potenzialmente per decine di miliardi di dollari.
Il consiglio ha raccomandato di votare contro la proposta, affermando che Apple ha già un “programma di conformità ben consolidato e la proposta tenta inappropriatamente di limitare la capacità di Apple di gestire le proprie operazioni aziendali ordinarie, persone e team, e strategie aziendali”.
Nonostante la proposta sia stata respinta, Tim Cook ha commentato che, mentre Apple continuerà a promuovere una “cultura di appartenenza”, potrebbero essere necessarie alcune modifiche alle politiche per adattarsi all’evoluzione del panorama legale. “La nostra cultura unica ci consente di creare i migliori prodotti e servizi al mondo,” ha dichiarato Cook. “Man mano che il panorama legale attorno a questi temi evolve, potremmo dover apportare alcune modifiche per conformarci. Continueremo a lavorare insieme per creare una cultura di appartenenza e rimarremo impegnati nei valori che ci hanno sempre definito“.
Questa dichiarazione suggerisce che, pur mantenendo il suo impegno verso la diversità e l’inclusione, Apple sta monitorando attentamente gli sviluppi legali in questo ambito, pronta ad adattare le sue politiche se necessario.
La trasparenza nelle donazioni benefiche
La Proposta 7, presentata da Wayne Franzten e rappresentata da Inspire Investing, riguardava l’attività benefica di Apple. La proposta metteva in discussione il sostegno dell’azienda a gruppi come il Southern Property Law Center, il Center for American Progress e la Human Rights Campaign, a causa del loro lavoro politico.
Con accuse di essere più interessati a “colpire gli oppositori politici conservatori mainstream” che a sostenere i diritti civili, i proponenti vedevano queste azioni politiche come contrarie alle affermazioni di Apple di supportare la libertà di parola e la libertà religiosa.
La proposta chiedeva che Apple riferisse annualmente agli azionisti con un’analisi di come i contributi dell’azienda influenzino i suoi rischi relativi alla “discriminazione contro le persone in base al loro discorso o esercizio religioso”.
Ancora una volta, il consiglio di Apple ha consigliato di votare contro la proposta, poiché il “programma di donazioni aziendali ben consolidato segue un rigoroso processo interno di governance e approvazione”. Il consiglio ha sostenuto che la proposta intendeva “limitare inappropriatamente la capacità di Apple” di gestire le sue operazioni in questo campo.
Reazioni del mercato e prospettive future
Un elemento particolarmente interessante emerso dal dibattito sulla proposta di abolizione DEI è stata la discussione sulla differenza tra equità e uguaglianza. Come evidenziato da un commentatore sul forum di AppleInsider: “Equità e uguaglianza sono significativamente diverse. Se stai costruendo una terrazza sul retro della tua casa e il terreno sotto la terrazza non è in piano: l’equità significa che devi tagliare alcuni dei pali della terrazza a lunghezze diverse per compensare il terreno irregolare. L’uguaglianza significa che tagli tutti i pali della terrazza alla stessa lunghezza, risultando in una terrazza non in piano“.
Questa metafora illustra efficacemente la differenza concettuale tra i due approcci e sottolinea come alcuni argomenti usati per rescindere le iniziative DEI siano basati sull’assunzione errata che equità e uguaglianza siano intercambiabili.
Conclusione
L’assemblea azionisti Apple 2025 ha confermato la tendenza dell’azienda a mantenere il controllo sulle sue politiche strategiche, ottenendo il sostegno degli investitori su tutte le proposte in linea con le raccomandazioni del consiglio. Tuttavia, i dibattiti emersi, in particolare quelli relativi alle politiche DEI e all’etica dell’intelligenza artificiale, riflettono le più ampie tensioni sociali e politiche che le grandi aziende tecnologiche devono navigare.
In un contesto in cui altre aziende tecnologiche stanno modificando o abbandonando i loro programmi DEI, la posizione di Apple appare più sfumata: mentre mantiene formalmente il suo impegno verso una “cultura di appartenenza”, le parole di Cook suggeriscono una disponibilità ad adattarsi al mutevole panorama legale.
Questa flessibilità strategica, unita alla capacità di ottenere il sostegno degli azionisti su decisioni chiave, evidenzia la sofisticata strategia di governance di Apple: mantenere il controllo delle decisioni aziendali fondamentali pur rimanendo sensibile alle evoluzioni del contesto sociale e normativo in cui opera.