
Un thriller psicologico avvincente si snoda tra le acque placide di un lago e i torbidi segreti di una comunità apparentemente tranquilla. “La donna del Lago”, la nuova miniserie di Apple TV+.
Basata sull’omonimo romanzo di Laura Lippman, questa produzione si distingue nel panorama delle serie crime per la sua narrazione stratificata.
Al centro della storia troviamo Natalie Portman1 nei panni di Maddie Schwartz, una casalinga degli anni ’60 che abbandona il suo ruolo convenzionale per inseguire una carriera nel giornalismo investigativo.
Il suo percorso si intreccia con quello di Cleo Sherwood, una giovane donna afroamericana la cui misteriosa scomparsa diventa l’ossessione di Maddie.
Ambientata nella Baltimora degli anni ’60, la serie si evolve in un’esplorazione profonda delle dinamiche sociali, razziali e di genere dell’epoca.
L’adattamento televisivo di “La donna del Lago” ha una storia produttiva tanto intrigante quanto la trama stessa. Il progetto ha preso vita quando la casa di produzione Made Up Stories, guidata da Bruna Papandrea, ha acquisito i diritti del romanzo di Laura Lippman nel 2018. La visione era chiara: creare una serie che non solo onorasse il materiale di partenza, ma lo elevasse a nuove vette narrative.
La ricerca del team creativo perfetto ha portato alla scelta di Alma Har’el come regista e produttrice esecutiva. Har’el, nota per il suo approccio visivamente distintivo e la sua sensibilità nel trattare temi complessi, ha visto nel progetto l’opportunità di esplorare le intersezioni tra genere, razza e classe sociale in un contesto storico ricco di tensioni.
Il casting è stato un processo meticoloso, con Natalie Portman che si è unita al progetto non solo come protagonista ma anche come produttrice esecutiva. La sua partecipazione ha elevato il profilo della serie, attirando l’attenzione di altri talenti di alto calibro. Moses Ingram2 è stata scelta per interpretare Cleo Sherwood, portando una profondità e una complessità cruciali al personaggio.
Le sfide durante la produzione non sono state poche. Ricreare la Baltimora degli anni ’60 ha richiesto un’attenzione maniacale ai dettagli, dalla scenografia ai costumi. La pandemia di COVID-19 ha inoltre imposto ritardi e adattamenti al processo di ripresa.
L’arrivo di Apple TV+ come piattaforma di distribuzione ha segnato un punto di svolta. Il servizio di streaming, noto per il suo impegno nelle produzioni di alta qualità, ha visto in “La donna del Lago” il potenziale per un contenuto premium che potesse distinguersi nel panorama televisivo saturo.
Indice dei contenuti
La trama di La donna del Lago
La trama di “La donna del Lago” si dipana come un intricato arazzo, tessendo insieme linee narrative che si intrecciano e si separano.
Ambientata nella Baltimora degli anni ’60, la serie ci introduce a Maddie Schwartz, una casalinga suburbana la cui vita viene scossa da un’improvvisa realizzazione: il desiderio di essere qualcosa di più di una moglie e madre devota.
Il catalizzatore del cambiamento di Maddie arriva sotto forma di un crimine locale. Quando un bambino del quartiere scompare, Maddie si trova coinvolta nell’indagine, scoprendo una passione latente per l’investigazione e il giornalismo. Questo evento segna l’inizio del suo viaggio di trasformazione, che la porterà a lasciare il marito e a cercare un lavoro presso un giornale locale.
Parallelamente, la serie introduce il personaggio di Cleo Sherwood, una giovane barista afroamericana la cui vita è avvolta nel mistero. La scomparsa di Cleo diventa il fulcro dell’ossessione investigativa di Maddie, che vede nel caso l’opportunità di affermarsi come giornalista e di scoprire verità nascoste sulla sua comunità.

Man mano che Maddie scava più a fondo nel caso di Cleo, si trova a navigare in un mondo complesso di segreti, bugie e pregiudizi. La Baltimora degli anni ’60 emerge come un personaggio a sé stante, con le sue tensioni razziali, le disparità sociali e le aspettative rigide sui ruoli di genere.
La serie non si tira indietro dall’affrontare temi difficili come il razzismo sistemico, la disuguaglianza di classe e le limitazioni imposte alle donne dell’epoca.
La narrazione si muove tra presente e passato, rivelando gradualmente i dettagli delle vite di Maddie e Cleo.
Mentre la ricerca della verità su Cleo Sherwood rimane il filo conduttore della trama, “La donna del Lago” esplora anche le vite personali dei suoi personaggi. Il matrimonio di Maddie, le sue ambizioni professionali e le sfide che affronta come donna in un ambiente di lavoro dominato dagli uomini offrono uno sguardo intimo sulla sua evoluzione personale.
Impressioni sulla serie
“La donna del Lago” si distingue nel panorama delle serie televisive contemporanee per la sua narrazione densa e stratificata.
Devo ammettere per mia opinione che questa stratificazione credo sia mal riuscita. I passaggi tra passato e presente, le storie delle due donne che viaggiano su filoni paralleli, per poi incrociarsi verso la fine, genera un po’ di confusione.
Per non perdere nessun dettaglio è richiesta un’attenzione e una dedizione a tutta la linea narrativa che probabilmente, in un’epoca come quella attuale dove ci si distrae in fretta, appare come una richiesta eccessiva.
In pratica se vi capita di rispondere al telefono, distrarvi, guardare un attimo i social, è finita. Rischiate di perdervi passaggi e le linee del racconto diventano difficili da comprendere.
La fotografia gioca un ruolo importante con luci e ombre, che contribuiscono a creare un’atmosfera opprimente che riflette perfettamente i toni cupi della narrazione. L’uso della macchina da presa, spesso intima e ravvicinata, permette allo spettatore di immergersi completamente nel mondo interiore dei personaggi.

Natalie Portman offre un’interpretazione magistrale nel ruolo di Maddie Schwartz. La sua trasformazione da casalinga insoddisfatta a giornalista determinata è resa con sfumature e complessità che vanno oltre il semplice arco narrativo.
Altrettanto impressionante è la performance di Moses Ingram nei panni di Cleo Sherwood. Nonostante il suo personaggio sia presente principalmente attraverso flashback e ricordi, Ingram riesce a conferire a Cleo una presenza potente e indimenticabile. La sua interpretazione cattura perfettamente la complessità di una donna afroamericana che naviga le acque insidiose della Baltimora degli anni ’60.
Se c’è un aspetto che potrebbe dividere il pubblico, è il ritmo della narrazione. “La donna del Lago” opta per un approccio deliberatamente lento, che privilegia lo sviluppo dei personaggi e l’atmosfera rispetto all’azione frenetica. Questo potrebbe risultare frustrante per chi cerca il brivido immediato.
Un altro elemento che potrebbe suscitare discussioni è il modo in cui la serie affronta tematiche delicate come il razzismo e il sessismo. Mentre alcuni potrebbero apprezzare l’approccio diretto e senza compromessi, altri potrebbero trovarlo a tratti didascalico.
Curiosità sulla serie
La produzione di “La donna del Lago” ha generato una serie di aneddoti e curiosità che arricchiscono l’esperienza di visione per gli appassionati. Uno degli aspetti più interessanti riguarda la meticolosa ricostruzione della Baltimora degli anni ’60. Il team di scenografi ha condotto ricerche approfondite, consultando archivi fotografici e intervistando residenti di lunga data della città per garantire l’autenticità di ogni dettaglio, dai cartelloni pubblicitari alle insegne dei negozi.
Un easter egg particolarmente apprezzato dai fan del libro è la presenza di Laura Lippman, l’autrice del romanzo originale, in un cameo durante una scena ambientata nella redazione del giornale. Questo omaggio sottile crea un ponte tra l’opera letteraria e la sua trasposizione televisiva.

La serie presenta anche alcune differenze significative rispetto al libro. Mentre il romanzo di Lippman si concentra principalmente sul personaggio di Maddie, la serie televisiva espande notevolmente il ruolo di Cleo Sherwood, conferendole una voce e una storia più articolate. Questa scelta narrativa ha permesso di esplorare più a fondo le tematiche razziali e di classe che sono centrali nella storia.
Un aspetto tecnico interessante riguarda l’uso innovativo della fotografia. Il direttore della fotografia ha sperimentato con obiettivi vintage degli anni ’60 per alcune scene chiave, al fine di replicare l’estetica visiva dell’epoca. Questo accorgimento tecnico contribuisce a immergere lo spettatore nell’atmosfera del periodo storico in cui è ambientata la serie.
La colonna sonora merita una menzione speciale. Oltre a brani d’epoca accuratamente selezionati, la serie presenta composizioni originali che fondono elementi jazz e blues con sonorità più moderne, creando un ponte sonoro tra passato e presente che riflette la natura senza tempo dei temi trattati.
Accoglienza dalla critica
L’accoglienza critica di “La donna del Lago” è stata generalmente positiva. Su Rotten Tomatoes, la serie ha ottenuto un punteggio del 77.
Ecco tre estratti di recensioni positive tratte da Rotten Tomatoes:
- “The Lady in the Lake è un trionfo di narrazione stratificata. Natalie Portman offre una delle performance più importanti della sua carriera, navigando le acque torbide di una Baltimora degli anni ’60 ricreata con precisione storica impressionante.” – Rolling Stone
- “Har’el dirige con mano sicura, creando un noir contemporaneo che non si limita a omaggiare il genere, ma lo reinventa per un pubblico moderno. La serie affronta temi complessi con intelligenza e sensibilità, senza mai perdere di vista la sua natura di thriller avvincente.” – The Hollywood Reporter
- “Moses Ingram ruba la scena ogni volta che appare sullo schermo, dando vita a un personaggio che trascende il ruolo di semplice vittima per diventare il cuore pulsante della narrazione. La sua performance è un potente promemoria di voci troppo spesso silenziate dalla storia.” – Variety
Tuttavia, non tutte le recensioni sono state unanimemente positive. Ecco tre estratti di critiche più negative:
- “Nonostante le lodevoli intenzioni e le performance di alto livello, The Lady in the Lake a volte inciampa sotto il peso delle proprie ambizioni. Il ritmo lento e la narrazione frammentata potrebbero risultare frustranti per alcuni spettatori.” – The Guardian
- “La serie sembra talvolta indulgere troppo nell’estetica retrò, rischiando di distrarre dalla sostanza della storia. Alcuni dialoghi, nel tentativo di affrontare temi importanti, cadono nell’ovvio, diminuendo l’impatto complessivo.” – IndieWire
- “Mentre The Lady in the Lake brilla per molti aspetti, la risoluzione del mistero centrale potrebbe lasciare insoddisfatti gli amanti del genere thriller. La serie privilegia l’esplorazione sociale rispetto alla tensione narrativa, con risultati non sempre equilibrati.” – Slant Magazine
Conclusioni
Il punto di forza della serie risiede indubbiamente nelle sue performance attoriali. Natalie Portman conferma ancora una volta il suo status di attrice di primo piano, offrendo un’interpretazione sfaccettata e profondamente umana di Maddie Schwartz. Allo stesso modo, Moses Ingram si rivela una rivelazione, dando vita a un personaggio che trascende il ruolo di semplice vittima per diventare il cuore pulsante della narrazione.
La ricostruzione storica della Baltimora degli anni ’60 merita un plauso particolare. La cura nei dettagli, dalla scenografia ai costumi, passando per la colonna sonora, contribuisce a creare un’atmosfera immersiva che trasporta lo spettatore in un’epoca di grandi cambiamenti e tensioni sociali.
Se c’è un aspetto che potrebbe dividere il pubblico, è il ritmo della narrazione. La scelta di privilegiare lo sviluppo dei personaggi e l’esplorazione tematica rispetto all’azione pura potrebbe risultare lenta per alcuni spettatori.
Per me non tra le mie preferite su Apple TV+. Se voi avete gusti diversi la trovate disponibile nel catalogo di Apple.
- Natalie Portman: Nota per i suoi ruoli in “Black Swan” (2010), “Jackie” (2016) e la saga di “Star Wars” (1999-2005). ↩
- Moses Ingram: Conosciuta per le sue performance in “The Queen’s Gambit” (2020), “Obi-Wan Kenobi” (2022) e “The Tragedy of Macbeth” (2021). ↩
La donna del Lago

Regista: Alma Har'el
Data di creazione: 2024-07-19 19:27
3.9
Pro
- Performance attoriali eccezionali, in particolare di Natalie Portman e Moses Ingram
- Ricostruzione storica impeccabile della Baltimora degli anni '60
- Narrazione complessa e stratificata che bilancia mistero e commento sociale
Contro
- Ritmo narrativo lento che potrebbe non soddisfare gli amanti dei thriller più dinamici
- Alcune sottotrame secondarie potrebbero risultare dispersive
- Il finale potrebbe lasciare alcuni spettatori con la sensazione di questioni irrisolte
Visto, davvero brutto
I Pro e i contro sono uguali
Ho corretto grazie della segnalazione