Facebook app

Secondo una recente analisi la quota degli utenti che usano Facebook da un dispositivo mobile cresce sempre di più. Alla luce dei suoi 900 milioni di utenti registrati e il prossimo sbarco in Borsa, da cui dovrebbe arrivare una valutazione della società di almeno 100 miliardi di dollari, la domanda che molti si pongono è: ma perchè l’applicazione per iOS fa così schifo?

Non è un mio giudizio personale: su quasi 4000 feedback arrivati nel solo store italiano, l’applicazione di Facebook ha una valutazione di due stelline su cinque, meno della sufficienza. Una delle app che dovrebbe essere l’emblema dello sviluppo è un realtà un paniere di lentezza, sincronizzazioni carenti, poche funzionalità. Basti pensare che attualmente, in anni di sviluppo, l’app non ha ancora il pulsante condividi.

Tutto iniziò nel 2008 quando Zuckerberg disse a Joe Hewitt, uno sviluppatore per molti ritenuti un genio ma non da me, di volere un’app per iPhone. L’app di Hewitt fu un successo, ma non per merito della sua fruibilità, ma per il grande numero di utenti Facebook nel mondo. Attualmente, in quattro anni di sviluppo, l’app continua a far pena.

Tutta colpa di una scelta di base: l’app, infatti, utilizza un mix di HTML e XML. Per non entrare nei dettagli vi dirò che semplicemente pesca i dati della versione mobile e li posiziona nell’applicazione nativa. In pratica l’app nativa è in realtà una web app travestita. Questo comporta due cose: 1) i dati per essere sincronizzati devono chiedere continuamente informazioni alla versione mobile, compreso il formato del sito che non è certo necessario all’app nativa; 2) l’app nativa paradossalmente non beneficia del motore Nitro JavaScript di Safari, quindi la navigazione dal browser risulta più veloce rispetto l’app.

Questa scelta è stata presa per semplificare lo sviluppo: un misto di HTML e XML permette di portare velocemente ad applicazioni per iOS, Android, Windows Phone e altri con poco sviluppo. Inoltre Facebook è sicura che la web app può adeguarsi facilmente ai vari modelli di smartphone. In questo misto di “semplifichiamo così facciamo prima” si perde tutta la potenza delle applicazioni native.

Ora, alla luce dei 100 miliardi di valutazione, mettere da parte un consistente budget per attivare dei team di sviluppo in grado di applicare tutti i crismi dello sviluppo per iOS non sarebbe una cattiva idea. Considerando che la navigazione da smartphone crescerà sempre di più possiamo dire che sarebbe anche un buon investimento. Spero tanto che Zuckerberg prenda in considerazione l’idea. Un app decente la meritiamo tutti.

[via mobtest]

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8 Comments

  1. non è che per caso vuol rendere frustrante usare un iphone?
    dall’alto del proprio scranno molte persone perdono il senno.

  2. Da developer con pluriennale esperienza nel mondo windows/web posso dirvi che imparare a sviluppare per iOS è un passo incredibilmente più difficile di quanto si possa pensare… Ma ne vale ASSOLUTAMENTE la pena! Imparare Objective-C (il linguaggio sovrano su iOS e MacOS) e, soprattutto, la filosofia che ci sta dietro (che poi è quella della pura object-orientation) ha migliorato di molto anche il mio modo di programmare sotto windows!

    Abbasso quindi ste c@g@te di apps fatte con ridicoli stratagemmi! Con tutti i miliardi che c’ha zuck, che si decida a far fare un’app vera!

  3. Ciao Kiro. L’app fa schifo ma non per colpa di Hewitt che si è dedicato ad altro da tempo. L’app che aveva realizato Hewitt (ora è totalmente cambiata a livello di programmazione) era un app nativa veramente e sul mio iPhone 2G girava meglio di quello di adesso su un iPhone 4.
    La comodità di una webapp sta nel fatto che possono aggiornarne la grafica senza passare da appstore, ma daltro canto fa schifo come velocità e usabilità 🙂

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