Il WWDC di Google, chiamato I/O, ha avuto luogo vedendo novità di rilievo per gli utenti Android. Si parte con il nuovo tablet Nexus 7 che ha uno schermo da 7″ dalla risoluzione di 1280 x 800 pixel, una fotocamera frontale da 1,2 Megapixel, 1 GB di RAM e un processore Tegra 3. La cosa interessante sarà il suo prezzo: 199 $ per la versione da 8 GB e 249 $ per quella da 16 GB. Un prodotto che sembra fare concorrenza diretta al Kindle Fire di Amazon comprendo la fascia medio bassa del mercato, quella fascia di chi non vuole spendere molto per un tablet. Al momento, infatti, non sembra destinato ad intaccare la fascia alta dove si colloca l’iPad. All’acquisto l’utente riceverà anche una ricarica da 25 $ per Google Play. La commercializzazione è prevista da luglio negli USA. Nei prossimi mesi nel resto del mondo.
La seconda novità è il nuovo sistema operativo Android 4.1 chiamato in codice Jelly Bean, in onore della caramelle colorate gommose. Il nuovo sistema, dice Google, pompa la grafica per animazioni molto fluide a 60 fps, una home screen meglio organizzata, la possibilità di dettare testo a voce (al momento solo in inglese) anche in offline, notifiche come in iOS e Google Now, il motore di ricerca interno che offre risultati in base alla propria posizione e gli eventi in calendario. La disponibilità è fissata per il prossimo mese per gli smartphone recenti.
L’ultimo pilastro dell’evento si chiama Nexus Q, un sistema audio che permette di effettuare lo streaming di musica, video e YouTube prendendoli da Google Play. I contenuti scaricati, quindi, si potranno ascoltare nello speaker dai dispositivi muniti di Android o a una Tv collegata. Lo speaker “sociale” ha un amplificatore da 25 watt e sarà in vendita per 299 $.
WOW!!!! Google wins!!!!
Google è sempre un passo avanti
passo avanti? per cosa stavolta?
comunque… la dettatura è già da adesso in italiano… anche la funzione google now ( un assistente non come siri, un organizer migliore) è già da adesso in italiano…..
google è sempre un passo avanti
Si, infatti quelli che come me hanno già preso un tablet con Android di hanno già scoperto che serve a prendere la polvere. Poi guardi la statistiche di navigazione del mezzo miliardo di dispositivi con Android (si vendono circa 300milioni di computer all’anno e Apple dal 2007 a oggi ha venduto solo 400 milioni di dispositivi con iOS) e scopri che i pochi milioni di iPad che hanno venduto fatto da soli più traffico di tutto il mondo Android.
Non solo, la promessa di aggiornare tutti i dispositivi con Android 3 non è stata mantenuta e chi ha speso 700 euro per prendersi un Samsung sta ancora aspettando il rilascio dell’aggiornamento alla 4.1.1 e, se cracchi il cellulare o il tablet (certo, perché con un sistema fintamente libero a tanto si deve arrivare) e metti su le rom cucinate, perdi l’accelerazione hardware in alcuni modelli, il Wi-fi in altri, e anche in assenza di tali problemi quando il focus va in una text box l’orientamento della pagina è sempre in panorama (anche se pochi siti utilizzano questa possibilità), anche se il dispositivo è usato in modalità ritratto.
Lo schermo consuma l’80% della batteria, l’autonomia in navigazione è ridicola nonostante le batterie da 4Ah possano avviare un motociclo, l’errore di parallassi è elevato per il touch inserito tra vetro e display e alcuni modelli da 7 pollici come il Samsung 7.2 hanno la stessa risoluzione del vecchio iPod touch da 3,5″ e prendono la polvere in tutti gli altri comparti, arrivando nei test in 3D di Sunspider a impiegare il triplo del tempo, per listini di 199$ contro 299$ (solo Wi-fi), poi sceso a 199$, poi dato in regalo con qualsiasi cosa compresi i televisori e i cellulari padella contenuti in un foglio di plastica talmente sottile da danneggiarsi anche per lo sfregamento nella tasca dei pantaloni.
Nonostante ciò al mondo abbondano i pesci che per uno sconto pari all’elemosina diventano partigiani di questi prodotti che non valgono il tempo che mi hanno sottratto in vita. Lezione imparata. Se mai prenderò un altro tablet sarà un iPad ed andrò a far crescere sia la quota di mercato passata dal 62% al 68%, potrò godere dei libri di lingue di Sloan con tutti i contenuti a fronte del medesimo presso e andrò ad ingrossare le fila di quel 91% che usa iPad per navigare.
Le mani in tasca lo stesso ladro non può mettermele due volte di fila.
Ho visto i video che Apple ha appena pubblicato ew mi è tutto chiaro, poi ho confrontato Skype, Temple run e molto altro e non posso che scrivere che da vergognarsi a parlar bene di certi prodotti, perché in definitiva il danno economico me lo hanno creato quegli utenti buoni a nulla e nulla facenti che hanno lusingato in lungo e in largo Android in rete.
Ho trovato una sola cosa migliore in Android. La possibilità, nel gestire le finestre o le pseudo-linguette del browser in elenco verticale con una grande miniatura al centro dello schermo; per chiuderla in alternativa al premere l’angolo superiore destro (raggiungibile bene con il pollice sinistro) sulla x, si può far scorrere il pollice verso uno dei due lati verticali.
Per il resto anche i programmi di Google sono manifestamente inferiori e fino a ieri non di potevano condividere i file di Google Drive, ancora non va Google Music, quando i servizi della concorrenza gli bagnano il naso.
C’è una sola cosa in cui Apple non potrà mai battere Google ed è il monopolio sulla pubblicità che tanti inserzionisti possono pagare a Google, influenzando siti nazionali e non, molto frequentati, come hwupgrade o tomshw, e basterebbe notare i francobolli che ha usato QN per evidenziare l’uscita di iPhone 5 in mezzo a una selva di cellulari economici che non sono un investimento, ma solo un costo e qui infatti finiscono i vantaggi: chi meno spende meno spande.
Ridatemi internet degli anni ’90, qui mi sento circondato da celebrolesi, anche se in fondo so’ che sono poveri, non solo materialmente (che non è una colpa di questi tempi).