Il 25 marzo del 2004 il giornalista e blogger John Gruber si accorse di una cosa: scrivere in HTML, quindi per il web, era faticoso. Conoscere la struttura del codice non é molto semplice, anche se ci sono tanti editor che permettono di facilitare le cose. Editor che però c'entrano poco con l'esperienza di scrittura. Per tornare alle origini, quindi, inventò il markdown.
Questo linguaggio non é altro che un'associazione di caratteri per attivare delle formattazioni e delle scorciatoie. Un linguaggio testuale che può essere tradotto automaticamente in HTML oppure in PDF, Word e altri formati. Il markdown, così, ha subito preso piede ed é diventato un linguaggio comune tra i giornalisti e blogger. Scrivere solo testo permette di focalizzarsi nella scrittura e lasciar perdere tutto il resto.
In questo articolo non vi parlerò della formattazione da utilizzare. In rete esistono tante guide valide1 e troverete anche dei libri in merito. Per esempio ho trovato interessante il libro Markdown2che mi ha aiutato a comprendere velocemente come applicare la formattazione e le applicazioni principali per Mac e iOS che lo supportano, per non parlare della recensione di Editorial, app per iPad che tra l'altro sto usando in questo momento, che mi ha spinto ad avvicinarmi al markdown.
I motivi che mi hanno spinto verso questo linguaggio sono essenzialmente tre:
- Il markdown è leggero.
- Resta nel tempo.3
- È multi piattaforma.
La cosa interessante è che posso iniziare un documento dal Mac, sincronizzarlo con Dropbox e iCloud e continuare a lavorarci dall'iPhone o dall'iPad, per poi riportarlo nel computer, decidere di passarlo in un altro software e, al termine di tutti questi passaggi, possono convertire il tutto in HTML e portare il codice in WordPress.
Con un linguaggio diverso, per esempio un documento in Word, rischierei di perdere la formattazione o, peggio ancora, vedere una completa incompatibilità con il passaggio da un'applicazione all'altra. Impararlo non è difficile. In un paio di giorni sono riuscito a scrivere in markdown senza problemi. In rete ho trovato anche delle risorse interessanti per Mac, come le scorciatoie per TextExpander e Keboard Maestro realizzate da Brett Terpstra, così come un plug-in per WordPress che integra una barra di scrittura ottimizzata per markdown.
Per quanto riguarda i software da utilizzare, invece, se non volete spendere un centesimo usate TextEdit di OS X che supporta il linguaggio ed è già presente nel sistema operativo. Nell'iPhone, invece, uso Byword4 che funziona anche su iPad. Nell'iPad, invece, uso Editorial che permette di ottimizzare una serie di procedure nell'editing del testo. Se volete spende qualche euro anche per Mac esiste la versione di Byword per OS X oppure, tra le più gettonate, c'è nvALT5 che è gratuito.
Nel tempo il markdown si è evoluto arrivando al multi markdown, progettato da Fletcher Penney6che ha introdotto una serie di nuove formattazioni. Un'evoluzione che permette di aggiungere i credits in un testo, le note a piè di pagina, la costruzione di schemi e così via.
In sostanza questo linguaggio è fluido, semplice da imparare e utile per lavorare tra più software senza temere di perdere informazioni lungo la strada o, peggio, con il passaggio da una versione all'altra dello stesso software. Impararlo sarebbe un buon passatempo per tutti coloro lavorano con il testo e di sicuro gli sviluppi futuri lasciando intendere che la sua diffusione comprenderà tanti software.
Basti vedere l'articolo dello stesso Gruber oppure la sintassi raccolta da Wikipedia. ↩
Questo libro è disponibile per iPad in quanto scritto con iBooks Author. Contiene video ed esempi. Consta in 135 pagine e costa 7,49€. Gli autori sono David Sparks e Eddi Smith. ↩
A differenza di altri software, come per esempio Word, non si corre il pericolo di non leggere i documenti con il passaggio da una versione all'altra dei software. ↩
Byword costa 4,49 € e pesa 5,5 MB ↩
Dello stesso Brett Terpstra e altri sviluppatori appassionati di markdown. ↩
Un progetto nato per avere uno strumento valido per scrivere ricerche universitarie. ↩
ottimo modo di scrivere io lo utilizzo da un anno con iawriter e devo dire che mi ci trovo benissimo