documenti Apple Irlanda

Abbiamo visto in passato diversi approfondimenti inerenti il sistema fiscale usato di Apple in Europa. Grazie all’uso dell’Irlanda, che ha un regime fiscale molto basso, la società di Cupertino, ma anche altre aziende come Google e Microsoft, riescono a pagare poche tasse.

L’Irlanda è al centro di questo ciclone ed è stata spesso criticata dagli altri paesi dell’Unione Europea perché permette tutto questo. Essendo uno stato sovrano, alla luce di una politica comunitaria inerente solo alla moneta e non al fisco, l’Irlanda può applicare il regime che più preferisce.

Per aumentare gli investimenti delle aziende estere, ed evitare il default, l’Irlanda ha sempre offerte poche tasse a favore di più occupazione. Ma qual è il meccanismo cardine del sistema? Lo riassumo brevemente: le società aprono la sede in Irlanda e delle succursali negli altri paesi, in questo modo possono portare i guadagni nella sede e pagare le tasse lì.

In Irlanda si paga in media il 12,5% di tasse, ma le società pagano circa il 2%. Come è possibile? La risposta sta in un altro passaggio: in Irlanda si apre la sede operativa, ma la residenza fiscale si registra in paesi a tassazione zero, come le Bermuda, riducendo ulteriormente le tasse con un gioco ad incastri.

Per evitare quest’ultimo passaggio il ministro delle finanze irlandesi, Michael Noonan, sta per attuare una riforma che obblighi le aziende ad avere la residenza fiscale nello stesso paese in cui hanno la sede operativa.

Il risultato sarà il pagamento del 12,5% di tasse all’Irlanda e non più il 2%. In questo modo l’Irlanda vedrà un maggior gettito fiscale, le società pagheranno più tasse ma gli altri paesi, tra cui l’Italia, resteranno sempre con un pezzo di formaggio troppo piccolo.

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