Potete vedere i dipendenti di un’azienda sotto due punti di vista. Uno è aziendalistico e li equipara ad una risorsa per produrre qualcosa. L’altro è un punto di vista umano e tiene conto del dramma familiare della disoccupazione.
Quando lo Stato consente di avere il tempo di trovare un nuovo lavoro, per esempio mediante gli ammortizzatori sociali, allora i due punti di vista permettono l’uscita del dipendente dall’azienda. Per mia opinione, però, tenere con forza (per esempio con le attività sindacali) un dipendente in azienda, porta via a delle risorse che mettono a repentaglio l’azienda intera.
Questo negli USA lo sanno e infatti lì licenziare è molto più semplice. A tal proposito Apple ha licenziato il 40% dei dipendenti di Beats dopo l’acquisizione, vale a dire 200 persone. Siccome alcune figure sono già presenti in Apple, avere quei dipendenti in azienda non farebbe altro che ridurre le risorse.
Si potrebbe dire che Apple di risorse ne ha in abbondanza, ma una società non è un’associazione. Il fine è produrre utili, non ridurre la disoccupazione. Nel bene o nel male è probabilmente la scelta migliore.
Ne sei convinto ? Allora perche in Italia non si ragiona allo stesso modo sugli esuberi aziendali ?
Perché anche se molti lavoratori non lo sanno, dalla loro busta paga si sottrae automaticamente una quota mensile per i sindacati.
Se i sindacati perdono lavoratori, vedono ridurre anche le loro entrate. Di qui la lotta repentina per evitare di perdere buste paga.