La mia concezione del mondo dell’alta moda è simile a quella che ho per l’arte contemporanea, dove un bidè appoggiato ad un tavolo viene valutato 1 milione di dollari. Vedere modelle e modelli sfilare con abiti assurdi, con colori completamente sballati o tagli da circo, mi fa etichettare la cosa come una semplice performance di artisti, non certo di catalogo da acquistare o fare riferimento.
Ma forse è perché sono limitato io e non so distinguere ciò che veste “alla moda” da ciò che non lo fa. Ma in tutto questo, soprattutto, non riesco a capire perché Apple è così ossessionata da questo mondo.
La società ha assunto un’esperta di moda: Angela Ahrendts, ex CEO di uno dei marchi più amati dalla rete, vale a dire Burberry. Poi ha assunto Paul Deneve, ex CEO di Yves Saint Laurent, uno dei marchi più famosi dell’alta moda e, della stessa azienda, ha assunto Catherine Monier che si occupava dei negozi europei.
Non contenta ha assunto Marcela Aguilar che si è occupata del marketing dei negozi di abbigliamento Gap. E chissà quante altre persone ha assunto del settore e non lo sappiamo ancora.
A questo si aggiunge il fatto che, per la prima volta nella sua storia, al Keynote per il lancio dell’iPhone 6 l’azienda ha invitato dei giornalisti della moda e delle fashion blogger. Oltre ad un manipoli di esperti di orologi, per mostrare loro l’Apple Watch. Di recente, sempre in esclusiva, ha realizzato un evento di un giorno presso il negozio parigino di Colette, dove è stato mostrato il suo smartwatch.
L’azienda, in pratica, sta investendo ingenti somme di denaro per fare la corte al mondo della moda, al fine di fondere parte di esso nelle sue fibre. Ma perché è così importante? Il pensiero va subito al target dell’alta moda: persone ricche, pacchiane e con soldi da spendere.
Allora so che in questo momento vi starà venendo un sorriso sulle labbra, e forse starete pensando che forse gli iPhone sono costruiti proprio per quelle persone. Ma parte di me si rifiuta di associare ciò che era con quello che sta diventando. Dalla filosofia minimalista e zen alla Steve Jobs, al pacchiano e volgare dell’iPhone oro e della musica nelle mani esclusive dei rapper.
Un settore che guarda Apple dall’alto verso il basso. Con la puzza sotto il naso tipico dei ricchi annoiati. Anna Wintour, la temuta direttrice di Vogue, per esempio non ha neanche l’iPhone. Il giorno del Keynote per il lancio dello smartphone, a cui era stata invitata, ha preferito vedere le sfilate di New York piuttosto che dedicarsi ad Apple.
La stampa specialistica, tra l’altro, non è neanche tanto elettrizzata. Vogue UK, per esempio, scrive a proposito dell’Apple Watch:
Da un punto di vista della moda, la presenza estetica è neutrale: nulla di stiloso o orripilante. Credo che i geek lo ameranno più degli esteti. Sospetto che, da non esperta del digitale, non lo userò mai per le sue capacità, ma mi piace cambiare la grafica in base al mio guardaroba.
Di recente, per tentare ancora di fare breccia nei cuori dei fashion victims, Jonathan Ive ha rilasciato anche un’intervista su Vogue USA: il tempio di riferimento del settore.
Nell’intervista si parla dell’importanza del design, della cura dei dettagli, della scelta difficile nell’uso dei materiali. Sul fatto che l’Apple Watch abbia richiesto ben 3 anni di lavoro e del grande lavoro per creare l’esperienza utente di Apple Pay, il sistema di pagamenti. Ma io temo che alla fine della lettura, agli amanti della moda resterà una sola cosa: il vestito indossato da Ive nella foto in bianco e nero.
Bella la PANZA di IVE…decisamente poco FASHION…
Sei peggio di Andy nel Diavolo Veste Prada:
Miranda: Oh, ma certo, ho capito: tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te. Tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di cosa ti metti addosso, ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee e poi è stato Yves Saint Laurent se non sbaglio a proporre delle giacche militari color ceruleo. […] E poi il ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stilisti. Dopodiché è arrivato a poco a poco nei grandi magazzini e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo casual, dove tu evidentemente l’hai pescato nel cesto delle occasioni. Tuttavia quell’azzurro rappresenta milioni di dollari e innumerevoli posti di lavoro, e siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori dalle proposte della moda quindi in effetti indossi un golfino che è stato selezionato per te dalle persone qui presenti… in mezzo a una pila di roba.
Convincere il “sistema moda” che effettivamente l’apple watch deve essere un accessorio che non puoi non avere, non ha proprio alcun senso.
Sei poi mi permetti il tuo articolo è proprio pieno di luoghi comuni che non fanno onore all’intelligenza che spesso dimostri di avere.
Molti personaggi della moda, quelli più influenti soprattutto, non capiscono un accidente di tecnologia….Loro si interessano solo ai soldi che riescono a fare vendendo dei disegnini che spacciano per progetti di vestiti a gente che non capisce un accidente di moda ma che dà loro retta perchè, in quel modo,riesce ad allontanre da sè la soluzione di gravi problemi personali che non hanno nulla a che fare nè con la moda nè con la tecnologia…
Altro commento condito di pregiudizi… Quanti personaggi della moda conosci personalmente? Capisci tutto solo tu di moda immagino, Anna Wintour questa ignorante cosa vuoi che capisca!
Scusa il ritardo per la risposta.
So come funzionano i clan: se non fai parte di quello giusto (qualunque cosa significhi) sei fuori dal giro e non capisci niente. Per cui devi appartenere a qualcuno di essi o fare finta di appartenervi se vuoi essere qualcosa o qualcuno e non renderti conto del vuoto spinto che hai dentro il cervello e il cuore e sono all’origine dei gravi problemi personali di cui all’altro mio post…
Io invece ti faccio i complimenti Kiro. Gran bell’articolo, anche per come è scritto è concepito, anomalo per un blogger di tecnologia. Ironico, piacevole e scorrevole. E puoi sorridere dei luoghi comuni (che se sono comuni vuol dire che sono condivisi dalla maggioranza), la moda non ha inventato i colori, c’erano già da prima, ed è logico che prima o poi in una non definita era qualsiasi colore, anche il ceruleo, sia stato di tendenza…
“target dell’alta moda: persone ricche, pacchiane e con soldi da spendere.”
Cose a caso.