Spesso si seguono gli avvenimenti internazionali con la stessa foga con cui si seguono i racconti di Gianni Rodari. Fin quando non vediamo distrutto il cortile di casa nostra, pensiamo che sia tutta una finzione della TV. Ma così non è. I cambiamenti portano cambiamenti realmente.
Così se il prezzo del petrolio crolla e le sanzioni con l’Occidente diventano più pressanti, capita che il rublo perda valore e i prezzi aumentano. Dopo aver chiuso l’Apple Store on line, fermando di pari passo ogni tentativo di espansione con i negozi fisici, Apple ha anche messo mano ai prezzi delle app.
Ora i prezzo iniziale in Russia è di 62 rubli, pari al doppio prima della modifica. Questo significa che gli utenti russi dovranno pagare le loro app il doppio. E non oso immaginare le modifiche che giungeranno per il negozio di hardware.
Ma in Europa non siamo messi molto meglio. Fortunatamente l’euro è ancora forte. Le modifiche riguardano le tasse. Dal 2015 non sarà applicata l’IVA del paese dove risiede la società , per Apple l’Irlanda, ma l’IVA dei singoli paesi. In Italia, per esempio, l’aliquota sarà del 22%.
Teoricamente Apple dovrebbe assorbire il cambiamento di aliquota che attualmente è del 15%. La società , però, potrebbe anche decidere di cambiare il prezzo delle app. Anche se, dal mio punto di vista, avere dei prezzi diversi da paese a paese sarebbe più un caos che una conquista.