Il governo cinese negli ultimi anni ha scoperto che è più facile governare se il popolo non ha fame. Così, dopo anni di comunismo radicale, l’apertura al capitalismo ha portato un’ondata di denaro nel paese senza precedenti, soprattutto per via del fatto che la Cina ha centinaia di milioni di potenziali nuovi consumatori.
Questa crescita è stata enorme per anni. In un solo anno, fino al giugno del 2014, la crescita delle Borse di Shanghai e Shenzhen è stata del 150%. Ottimismo fermato nel giugno di quest’anno, quando c’è stato un calo del 30% in poche settimane.
Per evitare lo scoppio di una bolla, soprattutto quella immobiliare, la Cina ha attuato una serie di politiche svalutative della moneta. Negli ultimi giorni lo Yuan, la moneta cinese, è stata svalutata del 1,9%. Questo porta ad un calo del potere di acquisto dei cinesi.
Questo fattore ha generato un po’ di perplessità tra gli investitori di Apple, che temono un calo del fatturato in Cina. Il titolo della società è calato del 14% negli ultimi tre mesi. Tim Cook aveva scommesso nella trasformazione della Cina nel primo mercato di sbocco per la società. Una svalutazione porta automaticamente ad una revisione di queste prospettive.
Se i cinesi compreranno di meno, tagliano il budget per i beni di lusso come l’iPhone, allora la società rischia di vedere un calo del fatturato. Questa prospettiva potrebbe diventare un vero problema per Apple, portandola a rivedere i tempi di espansione in Cina.