Spotify, a differenza di Apple Music, consente di ascoltare il catalogo gratuitamente se si è disposti a vedere banner pubblicitari ed ascoltare claim vocali. Negli ultimi giorni, però, alcune persone si sono accorte che alcuni banner diventano veicolo di malware, portando all’apertura di pagine web senza controllo.
Il problema dell’uso dei banner pubblicitari da parte dei malintenzionati non è nuovo. Spotify fu colpita dal problema già nel 2011. Il fatto è che il circuito pubblicitario non è controllato dalla società direttamente, ma viene affidato a terzi. Questi vendono gli spazi agli inserzionisti e alcuni spazi sono stati acquistati dai malintenzionati.
Non è un fenomeno accaduto solo su Spotify. A volte ai gestori dei circuiti pubblicitari sfugge il controllo sulla vendita degli spazi, perchè la maggior parte delle procedure sono automatizzate.
Ad ogni modo Spotify ha già risolto il problema bloccando gli annunci pericolosi. Ora ci si chiede se il timore di vedersi recapitare malware non favorisca Apple Music, visto che lì i banner non ci sono.
Ora ci si chiede se il timore di vedersi recapitare malware non favorisca Spotify Premium, visto che lì i banner non ci sono.
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