Il GPS che utilizziamo nei nostri dispositivi proviene da un progetto militare americano. Gli Stati Uniti crearono una rete di satelliti, il sistema NAVSTAR, che poi fu concesso per i servizi civili. Visto che i satelliti furono mandati in orbita con il denaro dei contribuenti, l’uso non richiede abbonamenti.
Per evitare di dipendere da un sistema americano, l’Europa ha deciso di creare la sua rete di satelliti per il GPS. Ne è nato così il sistema GNSS. Conosciuto anche come sistema Galileo.
Il network di satelliti può contare su 26 unità sparse per il globo. Posti a 24.000 KM di altezza, consentono di ottenere il dato della posizione con più accuratezza. Mentre il sistema americano ha una precisione di alcuni metri, i satelliti Galileo riescono a differire solo di alcuni centimetri sulla posizione esatta del dispositivo.
L’intera infrastruttura, non ancora completata, doveva diventare operativa nel 2019. Visto i progressi ottenuti, però, è già attiva da un paio d’anni. Apple ora ha chiesto e ottenuto il permesso di usarla per i suoi dispositivi.
La FCC ha rilasciato le certificazioni per usarlo negli iPhone, iPad e Apple Watch. Tecnicamente i chip GPS sono già compatibili con il sistema Galileo. Apple potrebbe quindi attivarne l’uso mediante un aggiornamento del software.