
Abbiamo assistito tutti alle novità presentate da Apple alla WWDC 2020. Novità importanti che rappresentano una sorta di evoluzione. Un passo avanti nel migliorare i servizi attuali e introdurne di nuovi. Come non festeggiare per i miglioramenti di Siri, l’avviso sulla pioggia, le nuove mappe, la traduzione delle pagine e tutto il resto?
Peccato che a quello spettacolo partecipassero due tipologie di pubblico: un pubblico di serie A e uno di serie B. Il pubblico di serie A è un pubblico statunitense (ancora meglio se californiano). Uno dove tutto ciò che viene presentato è disponibile esattamente nel giorno di disponibilità dei nuovi sistemi o prodotti.
Poi c’è un pubblico di serie B formato da molti paesi. In questo pubblico ci siamo sempre noi italiani. Paesi dove le novità in realtà non sono novità, perchè non le avranno in tempi brevi. In alcuni casi non le avranno mai.
Così ogni volta questo imbarazzante spettacolo si ripresenta ad ogni lancio di software, prodotto o servizio di Apple. È un po’ come se Apple fosse un pasticciere e ad ogni evento presentasse l’ultima torta buonissima e gustosa, con più panna e amarene. Ma non per te italiano. Tu non ne avrai neanche una fetta, dovrai stare lì a guardare mentre noi la mangiamo.
Così alla fine dell’evento c’è un gruppo di persone che festeggia e un altro, bistrattato, con la tristezza negli occhi, perchè quella festa non è stata per loro, ma per gli altri. Loro erano lì da spettatori esterni. Non sono i protagonisti, ma i coloni. Gli abitanti al di fuori il territorio dell’impero.
E sono tanti gli esempi di novità che per noi italiani non sono mai novità. Promesse a volte non mantenute. Possiamo fare alcuni esempi di novità presenti da anni negli Stati Uniti ma che qui in Italia, paese probabilmente coloniale per Apple, non si sono ancora visiti:
- Siri in italiano per Apple TV
- HomePod
- Apple News
- Apple Pay Cash
- Apple Card
- Nuove mappe con Look Around
- Mappe con indicazioni migliorate di svolta
- Mappe con mezzi pubblici
- Apple News+
- L’app iTunes Radio (mai arrivata poi deprecata)
Sono solo alcuni esempi di prodotti Apple mai arrivati in Italia.

Una tendenza che non accenna a cambiare. Anzi, nell’ultimo Keynote la società ha ribadito che c’è chi conta di più, come gli statunitensi, e chi di meno come noi italiani. Ecco altri esempi di novità presentate ma che al momento non vedremo:
- Siri con la voce migliorata (attualmente in inglese, francese, tedesco, spagnolo, cinese e giapponese)
- Traduttore in Safari in macOS Big Sur, iPadOS 14 e iOS 14
- Mappe con indicazioni per ciclisti
- Risposte di Siri prese dal web
- Avvisi sull’arrivo della pioggia in Meteo
- Dettatura offline con iOS 14
La domanda è perchè? Ognuno di noi potrebbe cimentarsi nella risposta e probabilmente la più probabile è legata al volume d’affari. Forse l’Italia è un paese troppo piccolo per attirare l’attenzione di Apple e convincerla ad investire un po’ di più.
Eppure lo stesso Tim Cook, nel corso della conferenza stampa del primo trimestre fiscale del 2020, dichiarava che l’Italia era tra i paesi che crescevano di più per Apple. Quindi perchè Apple tratta noi italiani in questo modo? È così difficile adattare prodotti e servizi in una nazione da 60 milioni di persone?
A questo trattamento da figli della serva, si aggiunge anche la beffa. Noi italiani paghiamo tutto a prezzo pieno. A volte anche più degli altri.
Sarebbe giusto entrare in un ristorante, ordinare un menu fisso e scoprire che delle portate a noi non toccano solo perchè italiani? Eppure paghiamo lo stesso prezzo del menu di un avventore tedesco o francese. Quindi perchè paghiamo una Apple TV come tutti gli altri e non possiamo avere Siri? Perchè paghiamo un iPhone come tutti gli altri e non possiamo avere Apple News, le mappe migliorate o Apple Pay Cash?
L’invito è ottenere la giusta attenzione che meritiamo. La fine di una divisione di cliente di serie A e di serie B. Quello che chiediamo è un trattamento equo. Ottenere le stesse possibilità di utilizzo quando un prodotto è venduto alle pari condizioni degli Stati Uniti.
Hai pienamente ragione, e credo sarebbe bello scrivere una sorta di petizione a Tim Cook per vedere cosa ha da dire… Del resto, almeno all’apparenza, sembra attento a rispondere ai clienti scontenti. Se poi gli utenti sono un bel po, e sono tutti di una stessa nazionalità forse sarebbe ancora più motivato a rispondere. Non ti nascondo che a volte sento disamore verso Apple, e per quanto ami i loro prodotti, mi domando sempre più spesso se valga la pena seguire un’azienda che non si dimostra grata ad un paese (e quindi a centinaia di migliaia se non milioni) di persone che spendono i propri soldi per acquistare prodotti in verità tanto costosi.
Adesso il populismo è arrivato anche qui??? I motivi possono essere diversi, ma il principale sicuramente resta la barriera linguistica. Di sicuro nessuno, nemmeno la Apple, rinuncia a del fatturato a cuor leggero.
Contento te Andrea di spendere soldi e non avere servizi