Sunny, una serie recente apparsa su Apple TV+. Questa serie potremmo definirla di genere dramedy, vale a dire mescola abilmente elementi drammatici e comici. Si distingue per la sua esplorazione profonda e non convenzionale del tema della maternità.
Il progetto Sunny nasce dalla mente creativa di Katie Robbins, già nota per il suo lavoro su serie come The Affair e The Last Tycoon. L’idea prende forma quando Robbins, interessata a esplorare le complessità della maternità moderna, decide di ambientare la storia in un contesto culturale diverso dal solito.
La scelta cade sul Giappone, un paese noto per le sue tradizioni radicate e al contempo per la sua modernità, creando così un terreno fertile per narrare le sfide di una donna americana alle prese con la maternità in un ambiente estraneo.
Lo sviluppo della serie ha richiesto un’accurata ricerca sulla cultura giapponese e sulle dinamiche familiari nel paese. Robbins ha collaborato con consulenti culturali per assicurare una rappresentazione autentica e rispettosa.
La scrittura della serie ha preso forma gradualmente, con particolare attenzione alla costruzione del personaggio principale, Suzie, e al modo in cui la sua esperienza di maternità si intreccia con il suo percorso di adattamento culturale.
Il casting è stato un elemento cruciale per il successo della serie. La scelta di Rashida Jones1 per il ruolo di Suzie si è rivelata particolarmente azzeccata. L’attrice, nota per la sua versatilità e il suo carisma, ha portato al personaggio una profondità e una complessità che hanno dato vita alle pagine dello script.
Il cast è completato da attori giapponesi di talento, tra cui Hidetoshi Nishijima nel ruolo del marito di Suzie, contribuendo a creare un ensemble credibile.
Le scelte creative dietro Sunny hanno puntato a creare un’atmosfera unica, che rispecchiasse sia l’estraneità di Suzie in Giappone sia la sua crescente familiarità con il nuovo ambiente. La regia, affidata a Lucy Tcherniak, ha optato per uno stile visivo che mescola elementi di realismo con momenti più surreali, riflettendo lo stato d’animo mutevole della protagonista.
In questo articolo:
Trama della serie
Sunny segue la storia di Suzie, una donna americana che si trasferisce in Giappone per seguire il marito Taiyo, un uomo d’affari giapponese. L’ambientazione è distopica, nel senso ci troviamo in un Giappone non reale. Uno in cui la tecnologia ha seguito un corso diverso.
Gli schermi dei computer hanno una grafica che sembra carta. I cellulari sembrano dispositivi degli anni ’90 e i robot casalinghi sono molto comuni.
Nelle prime scene ci si rende conto di un evento tragico: sia il figlio di Susy che suo marito sono dati per dispersi in un incidente aereo. Susy resta da sola in Giappone, con la suocera antipatica e una lingua sconosciuta, usufruibile solo da un auricolare che fa da traduttore.
Infatti l’altro tema centrale è l’identità culturale. Suzie si trova costantemente a negoziare tra la sua identità americana e la necessità di integrarsi nella società giapponese. Questo conflitto si manifesta in situazioni quotidiane, dalle interazioni con i vicini alla partecipazione a tradizioni locali, offrendo spunti di riflessione sulla natura dell’appartenenza e dell’adattamento culturale.
Ben presto Suzie scopre che la scomparsa del marito non è un incidente. Un giorno gli viene consegnato un robot domestico, Sunny, che sembra avere una versione di firmware molto particolare e avanzata.
Inizia un viaggio per la scoperta delle sorti del marito, con dentro dinamiche tragicomiche, la Yakuza giapponese e molto altro.
Impressioni sulla serie
L’analisi della narrazione di Sunny rivela una struttura ben congegnata che bilancia momenti di leggerezza con esplorazioni più profonde dei temi centrali. La serie adotta un ritmo lento e contemplativo, che può risultare impegnativo per gli spettatori abituati a narrazioni più veloci.
Tuttavia, questa scelta stilistica si rivela funzionale nel catturare l’esperienza di disorientamento e adattamento graduale vissuta dalla protagonista.
Suzie, interpretata da Rashida Jones, emerge come una figura complessa e relatable. Le sue insicurezze, i suoi momenti di gioia e le sue frustrazioni sono resi con una sincerità che risuona con l’esperienza di molti spettatori, anche quelli che non hanno vissuto direttamente la maternità in un contesto straniero.
Non si può ignorare che la serie presenta alcuni aspetti che possono risultare problematici per alcuni spettatori. Uno dei punti più critici è la scelta di utilizzare un mix di dialoghi doppiati in italiano e in lingua originale giapponese.
Questa decisione, probabilmente presa per mantenere un senso di autenticità culturale, può risultare disorientante e frammentare l’esperienza di visione. Il passaggio continuo tra le due lingue rischia di interrompere il flusso narrativo e di distogliere l’attenzione dagli aspetti più importanti della storia.
Inoltre, il ritmo lento e contemplativo della serie, seppur funzionale alla narrazione, può risultare noioso per alcuni spettatori. La mancanza di grandi colpi di scena o di una trama ricca di eventi potrebbe non soddisfare chi cerca un intrattenimento più dinamico.
Sunny richiede pazienza e un certo livello di coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore, che non tutti potrebbero essere disposti a investire.
Curiosità sulla serie
Durante la produzione di Sunny, sono emersi diversi aneddoti interessanti che arricchiscono l’esperienza di visione della serie. Uno degli aspetti più affascinanti riguarda la preparazione di Rashida Jones per il ruolo di Suzie.
L’attrice, pur non parlando giapponese, si è impegnata in un intenso studio della lingua e della cultura nipponica nei mesi precedenti le riprese. Questo impegno si riflette nella sua performance, dove riesce a trasmettere in modo convincente il senso di disorientamento e graduale adattamento del suo personaggio.
Un’altra curiosità riguarda le location delle riprese. La produzione ha fatto una scelta coraggiosa decidendo di girare gran parte della serie a Tokyo, invece di ricreare set in studio o utilizzare altre città come sostitute.
Questa decisione ha comportato sfide logistiche significative, ma ha permesso di catturare l’autentica atmosfera della metropoli giapponese. Gli spettatori attenti potranno riconoscere diversi quartieri iconici di Tokyo, da Shibuya a Asakusa, ciascuno scelto accuratamente per riflettere lo stato d’animo di Suzie nelle diverse fasi della sua storia.
Una scelta di produzione particolarmente interessante riguarda l’uso del colore nella serie. Il team creativo ha sviluppato una palette cromatica che evolve sottilmente nel corso degli episodi, riflettendo il percorso emotivo di Suzie. I primi episodi sono caratterizzati da toni più freddi e desaturati, che gradualmente lasciano spazio a colori più caldi e vivaci man mano che la protagonista si adatta alla sua nuova vita.
Accoglienza della critica
L’accoglienza critica di Sunny è stata variegata, riflettendo la natura divisiva della serie. Su Rotten Tomatoes, la serie ha ricevuto recensioni contrastanti, con alcune lodi per la sua originalità e profondità tematica, e altre critiche per il suo ritmo lento e la narrazione a volte poco coinvolgente. In totale ha raggiunto un voto di 90, che è piuttosto alto.
Tra le recensioni positive, si può citare quella di Emily Nussbaum del New Yorker:
”Sunny brilla per la sua capacità di trasformare l’esperienza personale della maternità in un’esplorazione universale dell’identità e dell’appartenenza. Rashida Jones offre una performance sottile e sfumata che cattura perfettamente le complessità emotive del suo personaggio.”
Alan Sepinwall di Rolling Stone ha scritto:
”Nonostante il ritmo deliberatamente lento, Sunny riesce a costruire un ritratto intimo e toccante della maternità in un contesto interculturale. La serie si distingue per la sua onestà e la sua volontà di esplorare temi scomodi.”
Inkoo Kang del Washington Post ha lodato la serie per la sua autenticità:
”Sunny offre uno sguardo raro e prezioso sull’esperienza degli espatriati in Giappone, evitando cliché e stereotipi. La serie brilla per la sua capacità di bilanciare umorismo e pathos in modo naturale e convincente.”
Tra le recensioni negative, Daniel D’Addario di Variety ha commentato:
”Nonostante le buone intenzioni e una premessa promettente, Sunny fatica a mantenere l’interesse dello spettatore. Il ritmo eccessivamente lento e la mancanza di una vera progressione narrativa rendono difficile rimanere coinvolti.”
Ben Travers di IndieWire ha criticato la serie per la sua mancanza di mordente:
”Mentre Sunny affronta temi importanti, lo fa in modo troppo timido e prevedibile. La serie sembra più interessata a creare un’atmosfera che a raccontare una storia avvincente, risultando spesso noiosa.”
Lucy Mangan del Guardian ha espresso frustrazione per l’approccio narrativo della serie:
”Sunny si perde in dettagli superflui e divagazioni, perdendo di vista il cuore emotivo della storia. La decisione di mescolare dialoghi in lingua locale e giapponese risulta più distraente che immersiva.”
Analizzando queste opinioni contrastanti, emerge un quadro complesso. I critici sembrano concordare sul potenziale della premessa e sull’autenticità della rappresentazione culturale.
La promessa della seconda stagione
Nonostante le opinioni contrastanti sulla prima stagione, Apple TV+ ha annunciato il rinnovo di Sunny per una seconda stagione. Questo annuncio ha generato un misto di curiosità e aspettative tra i fan della serie e i critici.
La decisione di rinnovare Sunny suggerisce che la piattaforma di streaming vede potenziale nella serie, forse riconoscendo il suo valore come contenuto di nicchia che attrae un pubblico specifico. Inoltre, il rinnovo offre l’opportunità di espandere e approfondire le tematiche introdotte nella prima stagione, potenzialmente affrontando alcune delle critiche ricevute.
Per quanto riguarda le possibili direzioni narrative della seconda stagione, ci sono diverse strade intriganti che gli sceneggiatori potrebbero esplorare. Una delle più ovvie è seguire la crescita del bambino di Suzie e come questo influenzi la sua esperienza di vita in Giappone.
Inoltre non è detto che il marito di Suzie appaia a un certo punto, rivelando le sue intenzioni con il robot Sunny.
Le aspettative per la seconda stagione sono variegate. I fan della prima stagione sperano in un approfondimento dei temi e dei personaggi che hanno amato, mantenendo l’approccio contemplativo e attento ai dettagli culturali che ha caratterizzato la serie. D’altra parte, coloro che hanno trovato la prima stagione troppo lenta potrebbero sperare in un ritmo più sostenuto e in sviluppi narrativi più marcati.
Conclusioni
Sunny si rivela una serie TV che, pur non priva di difetti, offre uno sguardo unico e sfaccettato sull’esperienza della maternità in un contesto interculturale. La sua forza risiede nella capacità di esplorare temi universali attraverso una lente culturale specifica, creando un ritratto intimo e autentico che risuona con molti spettatori.
La performance di Rashida Jones come Suzie è indubbiamente uno dei punti di forza della serie, offrendo una rappresentazione sfumata e credibile di una donna alle prese con le sfide della maternità in un ambiente estraneo. La serie brilla anche per la sua attenzione ai dettagli culturali e per la volontà di affrontare temi complessi con sensibilità e onestà.
Tuttavia, Sunny non è esente da criticità. Il ritmo lento e contemplativo, se da un lato permette un’esplorazione approfondita dei temi, dall’altro può risultare poco coinvolgente per alcuni spettatori.
Personalmente non mi sento di consigliarne la visione. Per me è stato troppo lento e la trama troppo scontata. Se voi avete gusti diversi, trovate Sunny in tutta la sua prima stagione su Apple TV+.
- Rashida Jones è nota per i suoi ruoli in “Parks and Recreation”, “The Office” e “Angie Tribeca”. ↩
Sunny
Regista: Katie Robbins
Data di creazione: 2024-07-10 12:35
3.7
Pro
- Esplorazione autentica e profonda della maternità in un contesto interculturale
- Performance eccellente di Rashida Jones nel ruolo di Suzie
- Rappresentazione accurata e rispettosa della cultura giapponese
Contro
- Ritmo narrativo lento che può risultare noioso per alcuni spettatori
- Mix di dialoghi in italiano e giapponese che può creare disorientamento
- Mancanza di una trama ricca di eventi o colpi di scena
Sunny
Regista: Katie Robbins
Data di creazione: 2024-07-10 12:35
3.7
Pro
- Esplorazione autentica e profonda della maternità in un contesto interculturale
- Performance eccellente di Rashida Jones nel ruolo di Suzie
- Rappresentazione accurata e rispettosa della cultura giapponese
Contro
- Ritmo narrativo lento che può risultare noioso per alcuni spettatori
- Mix di dialoghi in italiano e giapponese che può creare disorientamento
- Mancanza di una trama ricca di eventi o colpi di scena