Dopo le anticipazioni date dal New York Times, anche l’amministratore delegato della casa editrice McGraw Hill si lascia andare alle anticipazioni incontrollate. Al canale finanziario CNBC, infatti, il CEO ha risposto alla domanda di una giornalista che gli chiedeva del tablet affermando che Apple sta per lanciare un prodotto grandioso basato sul sistema operativo dell’iPhone.
McGraw Hill, ha aggiunto, ha lavorato in questi mesi con la società digitalizzando il 95% del suo catalogo e spera che presto possa offrire contenuti anche per scuole e università. Non resta che attendere nella diretta di questa sera. Dopo il salto troverete un video della dichiarazione.
[via AppleInsider]
Il fatto che sia l’OS potrebbe essere su base iphone non mi convince troppo.
Lo dico da possibile acquirente interessato al tablet.
Però il fatto che non possa gestirmi una cartella con dentro dei documenti di word o excel, o riordinare le foto delle vacanze o cose simili mi lasciano perplesso.
Un dispositivo che potrebbe costare 899 euro solo per andare in internet e vedere ebook mi pare troppo costoso.
Ma vediamo se zio Steve tra qualche ora mi convince del contrario!! Non vedo l’ora! A dopo!!!
iPhoneOS si è rivelata un’ottima piattaforma, capace di gestire veramente di tutto. Se il SO che girerà nel nuovo device di Apple sarà un iPhoneOS in grado di lavorare FLUIDAMENTE in multitasking… beh, in quel caso Apple avrà veramente fatto tombola. Vorrei piuttosto invitare tutti a riflettere su un aspetto del (supposto fin quando non lo vedo) tablet Apple. Pensate all’AppStore, pensate a quanti sviluppatori ha permesso di uscire dall’oblio dell’anonimato con semplici applicazioni, talvolta semplicissime. Pensate ora alla grande possibilità che potrebbe offrire un mezzo di diffusione come un tablet con un servizio analogo ad AppStore basato però non su applicazioni ma su libri. Una cosa del genere l’ha tentata Amazon con il suo Kindle, partendo però penalizzata dalla scarsa diffusione del device e dalla castrante politica inerente i compensi da spartire con gli autori. Immaginate come da domani ognuno di noi, non solo chi è in grado di sviluppare, possa essere in grado, con uno strumento del genere, supportato dall’esperienza di iTunes e di AppStore, di liberare la propria arte (buona o brutta che sia, non importa, sarebbe il libero mercato a decretarlo). Era una rivoluzione che ci si aspettava potesse venire da internet, e di esperienze ed esperimenti del genere, anche in Italia, se ne sono fatti senza però riuscire mai a far breccia. Con un dispositivo in buona parte dedicato alla lettura, e con un servizio esclusivamente destinato alla diffusione editoriale, ognuno potrebbe diventare editore di se stesso; la diffusione della cultura, aumentata esponenzialmente grazie alla diffusione del web, subirebbe un’ulteriore impennata. L’altro giorno studiavo una materia estremamente noiosa perchè priva di un supporto didattico adeguato; detto altrimenti, non esistono libri in Italiano per questa materia che possano definirsi completi ed esaurienti. Il motivo di ciò è uno solo. In Italia la pubblicazione scientifica è morta. Non scrive più nessuno. E per quanto triste possa sembrare la cosa, e lo è veramente, ciò accade perchè non vi è un adeguato riscontro economico. Chi scrive non ha un ritorno pecuniario capace di corrispondere adeguatamente allo sforzo profuso nella stesura del testo. E questo porta inevitabilmente gli editori a pubblicare di meno, a castrare la divulgazione scientifica e la diffusione della cultura. E’ per questo che stamattina apprendevo con estremo piacere che la McGraw Hill ha provveduto a digitalizzare il 95% del suo patrimonio editoriale. E spero che il discorso sia ampliabile alla divulgazione scientifica in lingua italiana. E in un paronama del genere non vedo perchè ciò non possa accadere. Un editoria così rivoluzionata permetterebbe costi di produzione e distribuzione praticamente nulli, un investimento da parte dell’acquirente irrisorio se paragonato alla pubblicazione cartacea (un testo scientifico costa un occhio della testa) e un introito sicuro per l’autore e per l’editore, a fronte di una maggiore visibilità e diffusione e con una politica dei prezzi adeguata alla nuova realtà. Questo tablet potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza per gli editori storici, una vetrina importante per quelli giovani, un trampolino di lancio per gli autori indipendenti. Se iSlate, iPad, MacTablet o come diavolo si chiamerà questo device sarà in grado di replicare in campo editoriale quanto fatto da iPod con la musica e da iPhone con le applicazioni, sarà non solo un successo mondiale ma una vera e propria rivoluzione. Poteva inaugurarla Amazon con Kindle, potrebbe farlo da oggi Apple con la sua “last creation”. E i presupposti ci sono tutti. Perchè fra un software e l’altro in AppStore, fra un brano e l’altro in iTunes, sicuramente ci sarà spazio e curiosità per l’acquisto di un eBook o un eMagazine.
Forse spero troppo, forse immagino troppo. Però, pensateci, non sarebbe bello?