Core Training
Il Core Training, il lavaggio del cervello ai dipendenti di Apple 1

C’è una realtà triste dietro l’impero fatato di Apple? Qualche giorno fa ha suscitato molto clamore la vicenda di Marco Savi, l’ex dipendente in prova di Apple mandato a casa dall’Apple Store di Torino. Secondo Savi la sua mancata assunzione si è avuta come ripicca al suo feedback negativo nei confronti dei manager del negozio. In una lettera ricca di rancore, Savi ha fatto luce su una delle pratiche più misteriose di Apple: il training al personale.

Prima di lavorare, infatti, i futuri dipendenti degli Apple Store sono sottoposti a quello che si chiama “Core Training”. La società ha sempre chiesto di mantenere il massimo segreto sugli 8 giorni di formazione, ma ora sappiamo la verità, o almeno finchè qualcuno possa provare a smentire la confessione. Ecco cosa racconta Savi:

Circa 70 persone si ritrovano, dopo aver superato vari colloqui, per iniziare un corso di formazione della Apple chiamato “Core Training”: otto giorni per otto ore al giorno al termine dei quali andremo a lavorare al nuovo Store nel centro commerciale Le Gru di Grugliasco. Alcuni di noi si conoscono già perché hanno fatto i colloqui di gruppo insieme, altri perché erano amici e hanno fatto la domanda e le selezioni nello stesso periodo.

Al Lingotto, sala gialla, l’eccitazione è tanta e si aspetta con ansia l’inizio dei lavori. Siamo tutti davanti alle porte ancora chiuse e aspettiamo con trepidazione. All’improvviso le porte si aprono ed entriamo tra due file di persone che ci accolgono applaudendo e urlando, battendo il cinque a tutti, man mano che si entra. Saranno i nostri insegnanti, mentori e futuri manager dello Store. Nella sala ci sono una decina di tavoli rotondi per otto persone ciascuno e quattro Macbook al centro. Prendiamo posto.

Dopo le presentazioni di tutti i membri dello staff e dei manager – il tutto intervallato da continui applausi, urla, e incitamenti – finalmente si dà il via. Inizia il corso una certa Valentina, che parla molto velocemente e, senza mai fermarsi, ci spiega quanto è bella Apple, com’è brava Apple, com’è ecologica Apple e come l’azienda pensa solo e unicamente al cliente, alla sua felicità e all’arricchimento della sua anima e della sua vita. Poi arriva il training vero e proprio: ogni giorno ci fanno vedere dei video, interpretati da attori vestiti da lavoratori Apple che mostrano com’è bello lavorare per la casa di Cupertino. In altri video ci sono dei finti clienti che esprimono la loro felicità. Insomma, è uno di quei training che fanno anche per le vendite multilivello: veniamo caricati al massimo con applausi continui e grida. E e se qualcuno dice qualcosa di “giusto” (secondo il credo Apple) scatta l’ovazione.

Facciamo anche scenette di vendita cliente-specialista, disegni e tante altre cose un po’ infantili. Le stesse nozioni vengono ripetute all’infinito, per otto giorni, otto ore al giorno. Se qualcuno fa qualche domanda o esprime qualche dubbio su qualche tecnica di vendita che forse potrebbe essere migliorata, viene o ignorato e messo a tacere, o gli viene risposto che quello che s’insegna lì è l’unico metodo corretto. Chi fa non si contenta inizia ad essere guardato con sospetto, come un elemento di disturbo. Ci viene anche consegnata una brochure formato tascabile: “il credo” della Apple, quello che ci deve animare, quello che dobbiamo leggere ogni volta che abbiamo dei dubbi. Dobbiamo tenerlo sempre con noi, Ci viene anche detto che in Apple un semplice impiegato può anche far licenziare un manager, poiché loro «credono alla comunicazione aperta, ai feedback», e che «è importante che noi diamo le nostre opinioni e valutazioni».

Passano i giorni e chi si aspettava di imparare qualcosa sui prodotti e sui sistemi operativi viene deluso. Non è un corso sui prodotti, ma solo sulle tecniche di seduzione del cliente. Ad esempio, ci spiegano che dobbiamo impegnarci moltissimo per vendere a tutti l’Apple Care protection plan (un’estensione di garanzia abbastanza costosa: sui suoi prodotti Apple offre infatti solo un anno di garanzia inclusa nel prezzo). Pare che l’Apple Care faccia guadagnare una montagna di soldi all’azienda perché una minima percentuale di quelli che lo acquistano poi ne usufruiscono effettivamente. In compenso la segretezza intorno al training è assoluta: i vetri delle porte sono oscurati, quando si va fuori a mangiare bisogna togliersi i badge, se qualcuno chiede qualcosa di cosa stiamo facendo non possiamo dire nulla. Vietatissimo fare foto. «Mi raccomando non parlate del core training», ci dicono sempre, «il core training non esiste». Questo è basilare.

Inoltre non ci viene mai rivelata nessuna notizia: quando aprirà il negozio? Quali saranno gli orari? Che cosa faremo concretamente? Segretezza assoluta. Arriviamo all’ultimo giorno della formazione e sui prodotti Apple non sappiamo niente di più di quello che sapevamo quando siamo entrati. Però c’è una specie di recita finale, da performare sul palco“.

[via espresso]

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34 Comments

  1. Che tristezza, capisco lo stato d’animo di questa persona.. E’ sempre brutto ascoltare una campana sola perchè la verità sta nel mezzo. In ogni caso mi pare che questo sia più che altro un problema di inadeguatezza dei manager piuttosto che della dirigenza Apple o del loro “Core training” che, diciamocelo, Apple non è l’unica ad applicare. Sono pieno di amici che hanno vissuto o vivono da interinali presso le più disparate multinazionali e che mi hanno raccontato questo tipo di esperienze, compresa la mia ragazza che lavora da GameStop.

    Come datore di lavoro mi sentirei in imbarazzo a comportarmi in questa maniera con i miei dipendenti e collaboratori, finisci con il farti ridere dietro e non li hai certo motivati più di quanto non lo fossero già loro o più di quanto non faresti con una retribuzione onesta e una giusta gratificazione quando meritata.

  2. Che tristezza. Io una persona che si impegna alla segretezza ma poi spiffera tutto per ripicca la considero poco affidabile. Bene ha fatto Apple a licenziare un tizio che rivela un carattere del genere e mi auguro non trovi mai più un lavoro da dipendente, se non magari spalare la merda (visto che sembra il suo elemento naturale).

  3. A me basta questo per schifare Apple in eterno, gia’ i suoi comportamenti palesati nel tempo mi hanno lasciato davvero molto contrariato ma adesso sono proprio schifato.
    E premetto che so’ di per certo che e’ prassi americana(e non solo) formare le persone piu’ usando il lavaggio del cervello piuttosto che la competenza.
    Ma cosi’ e’ davvero infame.

  4. Ma che vi credevate, che si diventa Apple pettinando le bambole? Quoto Quinto Mondo, magari senza considerazioni triviali.
    Per il tizio della lettera non avrebbe fatto differenza lavorare con qualsiasi altra società, per Apple invece fa differenza impiegare persone che capiscano come lavora e quel che “vende” ai suoi utenti.
    Se qualunque neoimpiegato-apprendista si mettesse a contestare le tecniche di vendita MENTRE gliele insegnano, che fine pensate che farebbe, ovunque nel mondo?
    Poi l’enfasi sulla brochure tascabile, oddio che scandalo fornire linee guida di comportamento in formato 8,5×11.
    Siamo d’accordo che ci sono aziende più “totalizzanti” di altre, ma questa è una lettera che non rivela un bel niente!
    In ogni caso la cronaca è sacra.

  5. anche io sono d’accordo con Quinto Mondo.
    Mi sembra che sono stati licenziati (anche se così non si può dire perché era un periodo di prova) 4 persone e solo una sta facendo tutta questa confusione.
    Mi sembra sia la prima volta che succede qualcosa del genere anche a livello mondiale.
    Apple vende tantissimo con gli store, non è che forse hanno ragione loro e il “torto” è di questo ex dipendente?

  6. Mi chiedo come avvengano le assunzioni e su che base, ho letto nei forum che molti non sanno neanche cosa sia un mac. Annamo bene

  7. 1)Innanzi tutto, a meno che il poveretto non avesse firmato un CONTRATTO di non divulgazione, una voltra terminato il rapporto di lavoro può raccontare ciò che vuole. Visto che Apple può licenziare così a casaccio, lui può divulgare a meno che non si debba tacere per contratto scritto e sottoscritto.

    2)Il lavaggio del cervello è la cosa più triste e deprimente che una persona possa subire. Non si può essere contrari. Perchè quello che ti dicono è giusto, PUNTO. Non importa il tuo pensiero tu devi adeguarti al LORO pensiero. Potrebbero convincerti che UCCIDERE si una cosa giusta, solo perchè ti galvanizzano a tal punto da credere davvero che sia giusta.
    E’ quello che subiamo tutti i giorni dalla “Libera Informazione”.

    Per mè è da ammirare una persona così. Vuole lavorare ma allo stesso tempo vuole mantenere la propria personalità e le proprie idee.
    Insomma non vuole essere l’ennesimo “Schiavo”.
    L’attaccamento all’azienda si dovrebbe ottenere con quella cosa che in Italia non esiste: LA MERITOCRAZIA.
    MERDA E COLUI CHE PARLA SENZA CONOSCERE L’ARGOMENTO E DIFENDE A SPADA TRATTA IL MANTENIMENTO DELLO “STATUS DI IGNORANZA DI TUTTI”

    GRAZIE MILLE A QUESTI IDIOTI!

  8. E SOLO GRAZIE A QUESTI IDIOTI CHE GENTE COME GAUCCI O COME VALENTINO ROSSI POSSONO EVADERE E ESSERE CONDONATI, MENTRE SE TU NON PAGHI L’IVA SU UNA CARAMELLA (COSA IMPOSSIBILE) STAI IN GALERA PER IL RESTO DEI TUOI GIORNI!

    GRAZIE MILLE!

  9. Ma quale eroe, fino a che gli davano lo stipendio la Apple a lui andava bene, “lavaggio del cervello” e tutto.

  10. Questo lavaggio del cervello è una cosa inusuale in Italia, ma in America è comunissima. Per convincere qualcuno (il cliente) di una cosa bisogna essere convinti che quella cosa sia vera! E’ un training motivazionale non è una cosa rara… la segretezza serve a far sentire speciali chi vi partecipa…

  11. 1) Bisogna leggere il contratto: se si firma un contratto per la non divulgazione per TOT anni anche dopo l’uscita da Apple, tale rimane l’obbligo del sig. Savi.
    2) Non è stato licenziato: semplicemente non è stato formulato il contratto di assunzione al termine del periodo di prova.
    3) I Core Training sono assolutamente normali per qualsiasi azienda: c’è chi li pratica all’americana (con urla, scenette e balletti) e chi con metodi più “pacati”, ma è giusto che ci sia: se il mio addetto alla vendita non è convinto di quello che vende, come potrà mai riuscirci?
    4) Se il sig. Savi non era in accordo con le politiche Apple, poteva tranquillamente cercare un altro lavoro, senza aspettare la fine del periodo di prova. Appunto perchè nel mondo c’è la libertà di pensiero, si è liberi di andare a cercare un lavoro che è più consono alla propria forma mentis.
    5) Si sa che quando si lavora in qualsiasi azienda bisogna rispettare il suo “credo”: se non lo si fa, il licenziamento (o la non formulazione del contratto di assunzione) è ovviamente dietro l’angolo e più che giustificato. In più, in questo periodo di crisi, dare un calcio a una opportunità di lavoro (qualsiasi essa sia!) è davvero da incoscienti. Il sig. Savi non è un eroe. Non lo sarà mai. E’ solo un grande incosciente che si sa fare pubblicità, ma che non arriverà lontano continuando con questa storia: se la clausola di non divulgazione è ancora in essere, dovrebbe cercare al più presto un altro lavoro: Apple potrebbe chiedergli i danni. Amari.

  12. ahahahahah guardate che i soldi alla apple li fate fare voi andando ogni sabato pomeriggio o domenica a fare gli invasati nei loro negozi!!!

    e la Apple giustamente ci marcia! E’ una azienda a scopo di lucro , non vive di ideali!

  13. Ma scusate tanto: come pensate che si vendano i prodotti? Da soli? Per arrivare al successo c’è bisogno di coesione e spirito di squadra, e purtroppo chi non ha le giuste caratteristiche non potrà essere d’aiuto al gruppo.

    Tanto per farvi capire: Avete mai comprato un paio di scarpe alla FOOT LOCKER?… A buon intenditor poche parole.

  14. Le tecniche utilizzate nel training mi sembrano piuttosto puerili e un po’ grottesche, ma da qui a parlare di lavaggio del cervello e scandalizzarsi, mi sembra un po’ esagerato.
    Viviamo in un paese governato da un tipo che vorrebbe farci credere che gli asini volano e ci scandalizziamo per tecniche di addestramento che sanno di pacchianata americana?
    Allora significa che qualcuno non ha ben chiaro che cos’è esattamente il lavaggio del cervello. Alla Pol Pot, per intenderci.
    Quando entro in un Apple Store mi aspetto di essere accolto da persone cortesi e competenti, non certo da psicopatici inca**ati con tutto il mondo, e che magari provano schifo per i prodotti Apple che ho comprato.
    Come direbbe Totò: suvvia, ma mi facci il piacere!

  15. La favola del volpone Marco e dell’uvamela.

    C’era una volta un volpone di nome Marco. Un giorno arrivò sotto un albero carico di succose uvamele mature e splendenti, penzolanti dagli alti rami. Il volpone, dopo aver tentato più volte, spinto dalla fame, di saltare per addentare le uvamele, infuriato mormorò “Non la voglio quell’uvamela, è marcia, non matura, non è vero che ho fame”.

  16. A tutti quelli che triticano Marco: andate a leggervi la lettera originale per intero prima di sparare sentenze!!!

  17. Voglio solo ricordare che nelle aziende moderne, o in molte di loro, da una 20 di anni a questa parte, il dipendente ha, per definizione, torto. In caso contrario sarebbe un dirigente. Lui serve solo per la produzione (di prodotti, beni, servizi, introiti o altro)a tutto il resto pensa il dirigente. Non è in grado? Non lo fa nella maniera giusta? Ha altre idee? Si tenta di sistemare la cosa una o due volte. Non funziona? Fuori dai piedi….
    Tanto le alternative ci sono. Per entrambe le parti

  18. A me sembra pazzesco che ci siano due schieramenti, uno “sentimentalistico” che difende il povero dipendente e uno la povera azienda. E’ una cosa normalissima quella che è successa niente di così eclatante, mi sembra che si stia facendo tanto casino per nulla. Quello che il sig. Savi sta facendo è legato probabilmente alla profonda delusione di chi idealizza un mondo e poi ne vede il backstage. I backstage non sono dei posti belli, dalla politica ai concerti, dai ristoranti agli Apple store. Quindi la apple rimarrà una delle aziende più ricche al mondo che vende prodotti fantastici (con tutte le pecche che competono a una megaazienda, dai dipendenti cinesi che si suicidano allo sfruttamento ecc..ecc..) e il Sig. Savi avrà ottenuto lo sfogo che gli serviva e i suoi 15 min. di successo. e domani tutto sarà uguale. Non mi stupisce una cosa del genere e non cambia ne la mia considerazione verso la Apple ne verso il Sig. Savi che si ritrova a spasso come migliaia di altre persone! La vicenda è molto simile a quando si scopre che quello in cui si crede ciecamente in realtà non è così bello come lo avevamo immaginato! Benvenuto nella società contemporanea!

  19. Io non vedo questi due schieramenti. Nessuno ha difeso l’Apple, si è solo parlato del Savi da punti di vista diversi. Potrei sbagliarmi ma dalle sue stesse parole emerge che il Savi è una persona inaffidabile, scorretta ed astiosa, in altre parole una persona che crede che tutto gli sia dovuto ed incapace di assumersi le sue responsabilità. Una persona così non vorrei mai lavorasse per me. E questo indipendentemente da qualsiasi giudizio uno possa avere sull’Apple ed i suoi managers e metodi. Giudizio oltretutto impossibile visto che solo il Savi ha parlato.

  20. Apple è brutta e cattiva secondo il Sig. Savi però lui era in prova per avere un contratto a tempo indeterminato …cosa rara in un Paese in cui le aziende fanno contratti a progetto per anni..
    Inoltre è intuibile che Apple sia un azienda verticale.. spesso rasenta la perfezione in termini di servizi e assistenza proprio perchè le direttive ai dipendenti sono cosi strette.. Tra l’altro il sig. Savi, esperto com’è, saprà che Jobs quando è tornato alla fine degli anni 90 ha iniziato a chiudere tutti i progetti in cui non credeva e a licenziare tutte le persone che la pensavano diversamente da lui… e ora Apple è il successo che è.. cosa si aspettava il sig. Savi? di lavorare a Paperopoli? in ogni caso leggere “dovevo applaudire ai ragazzini” fa capire che non aveva capito il ruolo per il quale veniva pagato, nonchè l’obiettivo di un Apple Store, e di una divisione Retail in generale..

  21. Va cosi’ nel commercio e’ una merda.
    Apple e’ esattamente come tutte le multinazionali, lekkaculo che fanno carriera.

    Il manager deve fare di piu’ ed avere le palle.
    Non si sta parlando di un’ipod ma di una persona…………..
    probabilmente Quinto non e’ mai stato in cassa con la coda.
    Non preoccuparti quinto prima o poi capitera’ anche a TE di essere licenziato.
    pirla

  22. Quinto e ultimo.A me non interessa vincere, con le tue regole.
    Io ho già vinto nella vita perché sono libero e critico.
    Mentre Tu sei uno schiavo. E non capisci di essere solo un numero. Ripirla tra l’altro.

  23. Quindi? Ke menata è? Accade tutti i giorni. Mac donald, fabbrike, ristoranti, negozi di abbigliamento di alto, medio e basso livello, catene di grande distribuzione, bar, persino dai bagnini. Ti prendono in prova e dopo un po ti dicono se vai bene oppure no. In tal caso arrivederci e grazie. Ma questo si credeva di essere il genio della lampada e ke apple fosse una onlus? Una passione per mac e far parte della rete di vendita sono due cose distinte. La rete vendita deve vendere non ciurlare nel manico.

  24. Io all’app store di torino ho chiesto ad una commessa quanto durava la batteria di un ipad (per capire la loro preparazione). Mi ha risposto “anche 3 giorni se non lo tiene sempre accesso”

    quasto fa capire che criteri usa apple per il personale dei suoi store. Competenza ZERO.

  25. Ragazzi…di cosa stiamo parlando? il tizio che è stato lasciato a casa (durante il periodo di prova) perché é così incazzoso? e pereché si sprecano tante parole attorno ad un episodio come ce ne sono migliaia ogni giorno e in tantissime altre aziende? la risposta è una sola: APPLE! meditate gente…meditate!

  26. Ho letto l’articolo, intero, su L’Espresso.
    Credo che la reazione di Marco sia più che legittima.
    A chi dice che non vorrebbe mai come dipendente una persona come lui consiglio di leggere l’articolo completo. Io mi sentirei molto fortunato a lavorare insieme a persone del suo livello.

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